martedì 27 gennaio 2015

Epilogo


Giornata di nebbia.
Come ogni dannatissimo giorno su Nidhogg, del resto.
Lio ed Elysa, come sempre, discutevano.
"Non mi ci abituerò mai!"
"A cosa, ad essere l'unica donna in mezzo a un covo di uomini?"
"Macché, ci sono cresciuta così!"
"A guadagnarti da vivere illegalmente?"
"Ti ricordo che ci siamo conosciuti in galera!"
"Alla nebbia perenne?"
"Ma no, a quella ci si abitua..."
"E allora che?"
" Detesto essere completamente senza capelli!"
Lio scoppiò a ridere "Ma hai sempre avuto i capelli cortissimi!"
"Sì, ma è una sensazione sgradevole" mentre parlava, Elysa non cessava di coprirsi la testa con le braccia.
"Aspetta, ci penso io" Lio si voltò e rientrò di corsa nel Quartier Generale provvisorio; ne uscì pochi istanti dopo con uno straccetto giallo tra le mani.
"Una bandana. Può andare?"
"Se non si può avere di meglio..." commentò Elysa, indossando il copricapo. Una volta ben stretto alla testa, però, non poté nascondere una certa soddisfazione.
Giornata di nebbia.
Come ogni dannatissimo giorno su Nidhogg, del resto.
Era passato un mese, dal ritorno di Lio. Per un'intera settimana tutti i superstiti non fecero altro che festeggiare e raccontare le gesta della Resistenza di Nidhogg, come era stata battezzata.
Poi venne il momento di ricostruire: la Via degli Onori venne sistemata ed ampliata, per accogliere i nomi di tutti coloro che avevano dato la vita per permettere a Nidhogg e alla sua bizzarra società di continuare ad esistere. Anche Teraskul aveva trovato posto tra i monumenti commemorativi.
Il Quartier Generale era in via di ricostruzione: nessuno era riuscito a immaginare una sede più emblematica per il nuovo Clan Unico di Nidhogg, perciò si era deciso di ricostruire l'edificio lì dove si trovava. La costruzione non era che agli inizi, ma ben presto sarebbe migliorata, Grazie a nuovi mezzi in arrivo.
"Derek produce?" chiese Elysa, mentre si incamminavano nella nebbia.
"Più di quanto abbia mai fatto" rispose Lio, soddisfatto "si vede che l'aria di casa lo ha rinvigorito, o forse è la presenza di Frank a renderlo iperproduttivo. Comunque sia, con i pochi strumenti rimasti, riesce a produrre Hub Zero di prima qualità e in quantità industriali. Dopotutto ora ha tutto l'Hubcum che vuole."
"E ai ragazzi piace l'Hub Zero, immagino."
"Sono carichi come non mai. Lo spirito di Zero è con loro, in ogni momento."
Si fermarono, accanto all'Incrociatore "E quella carica ci servirà, assolutamente."
Pac scese dall'impalcatura che circondava l'astronave. Era stata completamente riparata, grazie ai pezzi arrivati coi commercianti di contrabbando; l'Hub andava ancora forte in tutti i bassifondi del Dominio Terrestre, e ora che l'autorità si era tolta di mezzo, il commercio illegale sul pianeta era florido. Ma ancora non bastava per tutti.
"Allora, che te ne pare?" chiese Pac, asciugandosi le mani con uno strofinaccio. Aveva passato le ultime ore a dipingere la fiancata dell'Incrociatore.
"WB Striker" lesse ad alta voce Lio, osservando i caratteri cubitali appena impressi sull'astronave.
"Sai che uscendo dall'atmosfera la vernice brucerà e il tuo lavoro sarà stato inutile, vero?" puntualizzò Elysa.
Pac parve mortificato da quella notizia.
"Pazienza" rispose Lio, facendo spallucce "scriveremo un nome nuovo ogni volta che torneremo. D'altronde, è così che dobbiamo agire: nell'anonimato."
"Fico! Allora dovrò inventarmi un sacco di nomi diversi!" esultò Pac, rincuorato "Vediamo...Zero Prisoners, Parcox' Hammer, Fist of the King..."
"Teraskul's Sword non può mancare!" suggerì Lio.
"Siete peggio dei bambini dell'asilo..." commentò Elysa, ridacchiando e scuotendo la testa "vogliamo andare?"
"Va bene, andiamo." concluse Lio.
I tre salirono sulla nave, dove li attendeva un piccolo equipaggio di combattenti di Nidhogg. L'irriducibile Charlie non si era tirato indietro, ma anche volti nuovi, provenienti dai clan minori riappacificati. In loro onore, tutte le bandiere dei clan decoravano l'interno della cabina di pilotaggio.
Elysa aveva sommariamente istruito gli altri, su come si guidava un Incrociatore. Gli studenti non erano il massimo, ma l'insegnante sapeva farsi ascoltare, sia con le buone sia con le cattive.
"Tutti pronti?"
"I pirati dello spazio...chi l'avrebbe mai detto che saremmo finiti così?" disse Pac, ridendo.
"Pronti King" rispose Charlie.
"Molto bene. Tenete le siringhe a portata, andiamo a guadagnarci da vivere!"
"Avviate il decollo!" ordinò Elysa.
La nave decollò, verso una nuova avventura. O forse verso la stessa di sempre.
Giornata di nebbia.
Come ogni dannatissimo giorno su Nidhogg, del resto.
O forse no.

FINE

lunedì 26 gennaio 2015

28. Fine


"L'atterraggio non sarà una passeggiata." disse Elysa, manovrando tra i comandi dell'Incrociatore.
"Speriamo che questa bagnarola regga quest'ultimo sforzo!" commentò ironicamente Derek.
Il trio si trovava nella cabina di pilotaggio. Dopo giorni di navigazione, finalmente la meta era stata raggiunta.
Era stato un viaggio all'insegna della tranquillità; i giorni erano passati placidamente, senza nulla da fare se non controllare di quando in quando che l'autopilota non fosse andato in panne. Elysa aveva ammazzato il tempo esplorando la nave e raccogliendo oggetti utili, Derek si era trastullato nel suo amato laboratorio.
Lio non aveva fatto altro che osservare la rotta, scrutando l'orizzonte dello spazio sconfinato. In quei giorni di quiete, dormì poco, e parlò ancora meno.
Fino a che, finalmente, Nidhogg non apparve di fronte a lui. Una palla di fumo verde, niente di più, si sarebbe potuto pensare guardando il pianeta da lì.
Durante la manovra di atterraggio, Lio era inerte. Appoggiato al vetro della cabina di pilotaggio, osservava le nuvole verdastre con sguardo perso, come un bambino che osserva un acquario.
"Fortunatamente, le coordinate indicano esattamente anche il punto dove si trova casa tua. C'è posto per atterrare lì?" domandò Elysa.
Lio non rispose. Continuò a guardare fuori, senza staccarsi dal vetro.
L'incrociatore scese con gentilezza attraverso le nubi, sprofondando nella nebbia. "Ah, me ne ero quasi dimenticato..." sospirò Derek, in preda alla nostalgia.
Arrivati a livello del suolo, Elysa riuscì a direzionare l'atterraggio collocando l'Incrociatore lungo lo stradone principale di Nidhogg. Purtroppo la nave era gravemente danneggiata, perciò il contatto con l'asfalto fu piuttosto brusco.
"Beh" sospirò Elysa, asciugandosi la fronte "almeno siamo vivi."
"Finalmente siamo arrivati. Prossima mossa?" chiese Derek.
Lio osservò l'ambiente esterno: la nebbia quel giorno era particolarmente chiara, il che rendeva l'atmosfera più luminosa del solito. Ma a parte ciò, quella era la solita, vecchia nebbia che avvolgeva il suo solito, vecchio quartiere.
"Lio?" lo richiamò Elysa "Allora? Che intendi fare?"
Lio si voltò lentamente. A terra si trovava un piccolo mucchio di pistole, che Elysa aveva trovato e sistemato lì per ogni eventualità.
Ne afferrò una, e corse via.
"Ma...Lio, che fai?" urlò Derek, schivandolo mentre gli correva contro.
"Lio!" urlò a sua volta Elysa.
Lio non parve curarsi di loro; raggiunse il portellone più vicino e lo aprì.
Si concesse un istante, per inspirare profondamente l'aria umida e contaminata in cui era cresciuto.
Poi ripartì di corsa, diretto verso il centro di West Braxis.
Conosceva quel quartiere come il palmo della sua mano, e nulla era cambiato dall'ultima volta che aveva percorso quei vicoli.
La nebbia.
Zero entrava senza bussare.
La radio squittiva.
Lio rispondeva.
“Sono tanti...”
Le immagini del suo incubo ricorrente balenarono di nuovo nella sua testa, mentre correva a perdifiato. Non avrebbe sopportato quella tortura un secondo di più.
In pochi attimi, raggiunse lo spiazzo centrale.
Era strano, quasi doloroso, attraversare la distesa di macerie senza la rassicurante sagoma del Quartier Generale a vigilare su di lui.
Lio sentì la tristezza prendere il sopravvento.
Rallentò progressivamente la sua corsa, man mano che si avvicinava alla montagna di detriti lasciati dall'esplosione del Quartier Generale. La Via degli Onori, il cimitero monumentale di West Braxis, era però ancora lì al suo posto.
Lio continuò a rallentare, fino a fermarsi di fronte alla lapide di Parcox. Fil, Nick, Benji...erano tutti lì ad aspettarlo, come lo erano tutti coloro che non avevano ricevuto il degno funerale.
Sentì gli occhi inumidirglisi.
"Lio? Lio sei qui?" sentì alle sue spalle. Elysa, confusa e disorientata, lo aveva raggiunto.
Lio si voltò verso di lei.
Le lacrime rigavano il suo volto, mentre si puntava la pistola alla tempia.
"Lio..." continuò Elysa, correndo verso di lui terrorizzata "Lio che stai facendo! Mettila via subito!"
Lio si abbandonò completamente al pianto. Era giunta la fine.
"Mi dispiace..."
Aumentò la pressione sul grilletto.
Elysa non smetteva di urlare e singhiozzare "LIO! LIO NO!"

"King?..."
Una voce, nella nebbia.
Lio aprì gli occhi, un attimo prima che Elysa arrivasse e gli strappasse l'arma di mano.
"Chi...chi è?" balbettò Lio. Non era sicuro di aver sentito qualcosa o esserselo solo immaginato.
Quando la sagoma apparve, emergendo dalla nebbia, Lio dovette sfregarsi gli occhi per essere certo di non stare sognando.
L'uomo che avanzava verso di lui, armato e in guardia, gli era familiare. Lo avrebbe riconosciuto tra mille, nonostante il passamontagna che aveva sulla testa.
"Charlie?" si sbalordì Lio.
"King, sei tu. Sei davvero tu." Charlie sembrava stupito tanto quanto lui.
Lio si gettò avanti ed abbracciò il suo compagno. In quel momento si accorse della mancanza del suo braccio sinistro.
"Ma...che ti è successo?" chiese, afferrandolo per le spalle "Come sei sopravvissuto? E chi altri...?"
"Stiamo bene, King." rispose tranquillo Charlie, puntando il suo fucile in aria e sparando un colpo. "Le truppe rimaste qui ci hanno dato parecchio filo da torcere. Molti non ce l'hanno fatta, e qualcuno, come vedi, ha pagato comunque il prezzo." sottolineò l'ultima frase indicando l'arto mancante.
"Avete...combattuto?" Lio era disorientato. Non credeva fosse possibile trovare dei superstiti.
Eppure, attratti dallo sparo, presto emersero dalla nebbia molti altri individui.
"Non ci posso credere..." gli occhioni esterrefatti di Pac si piantarono su di lui "S-sei vivo...SEI VIVO! Lo sapevo lo sapevo lo sapevo! Zero aveva ragione!"
"Zero?" si mise sull'attenti Lio.
"Lo abbiamo trovato morente in uno dei vicoli." continuò Charlie "Ci ha raccontato cosa ti è successo. Che non eri morto, ma loro prigioniero, e che dovevamo combattere per aiutarti a uscire. È grazie alle sue parole che siamo qui, grazie alle sue parole abbiamo deciso di resistere."
Lio si guardò attorno. Sempre più facce si stavano radunando accanto a lui, molti volti amici, ma anche sconosciuti.
"Chi sono queste persone?" chiese.
"I Marine avevano attaccato tutta la città, rastrellando casa per casa. Per affrontare un nemico così organizzato, abbiamo dovuto mettere da parte i nostri colori e fare fronte comune. Tutti i sopravvissuti dei clan si sono riuniti...e non solo loro."
Charlie indico alle spalle di Lio. Quando si voltò, Lio non poté fare a meno di allargarsi in un enorme sorriso, di fronte alla gigantesca figura di Frank.
"Finalmente sei tornato. Ho dovuto fare da balia ai tuoi ragazzi in tua assenza." il vocione di Frank era inconfondibile tanto quanto la benda sul suo occhio.
"Ci ha guidati, è stato grande!" esclamò Pac "grazie alle sue dritte abbiamo sistemato tutti i Marine!"
"Siete...vivi." sospirò Lio.
"Lo siamo. E tu, King?" domandò Frank "Tu dove sei stato?"
Lio scoppiò a ridere "La risposta ti sorprenderà..."
"Ehi, voialtri!"
Derek correva verso di loro, trafelato "Mi sono perso tra i vicoli! Dovete smetterla di lasciarmi indietro!"
La piccola folla si fece da parte per lasciarlo passare. Derek si avvicinò e aguzzò la vista sul volto deturpato di Frank. "Che mi venga..."
Entrambi incrociarono le braccia e si fissarono per alcuni momenti.
"Boia" disse Derek.
"Alchimista" disse Frank.
I due vecchi amici si sorrisero e si strinsero la mano.
"L'ALCHIMISTA? QUELL'ALCHIMISTA?!" sbraitò Pac, sopraffatto dallo stupore. Presto tutti si avvicinarono a Derek, ansiosi di scoprire di più sul leggendario Alchimista.
Lio guardò la scena.  Di colpo si sentì leggero, come se fossero spariti tutti i pesi che portava con sé.
Un pugno lo investì in piena nuca.
"Ahi, ma che..."
"Non provarci mai più!" lo rimproverò Elysa.
"Ma mi hai fatto malissimo, maledetta pazza!" si lamentò Lio, massaggiandosi la nuca.
"Te lo meriti! Che non ti venga mai più in mente di fare una cazzata simile!"
Lio ridacchiò, guardando di nuovo il gruppo riunito "Non lo farò. Fidati."
Elysa sospirò, poi si diede un'occhiata attorno.
"E adesso?"

Domani, epilogo.

lunedì 19 gennaio 2015

27. Ad un passo dal vuoto

"Il portellone si aprirà in 30 secondi, una volta aperto la gravità artificiale della camera stagna si disattiverà. Questa tuta ha i jet-pack, ma poco propellente. Potrai lanciarti, ma non potrai più rallentare o direzionare il volo una volta fuori."
"Non importa. Improvviserò."
Lio stava sistemando la tuta spaziale. Era una piccola tuta, destinata a brevi permanenze per lavori di manutenzione all'esterno dell'Incrociatore. Ma le aspettative di sopravvivere a quella missione erano inesistenti, anche portando con sé un esoscheletro da guerra.
Derek ed Elysa lo osservavano, affranti. Nessuno dei due voleva vedere Lio lanciarsi verso la morte per far loro da diversivo, ma Lio era stato irremovibile; probabilmente quella sarebbe stata la sua ultima, folle possibilità di colpire il Magistrato, e concludere così la sua vendetta. Non avrebbe accettato di morire se non tentando di portarla a compimento, per quanto improbabile fosse il metodo scelto.
Quando Lio fu pronto, imbracciò il fucile, e arrivò il momento dell'ultimo saluto.
"Avrei voluto morire a Nidhogg, ed essere sepolto accanto ai miei fratelli." sospirò Lio "Spero almeno che valga qualcosa..."
"Vale tutto ragazzo." lo rassicurò Derek "Nidhogg non morirà con te. Farò in modo che la sua storia non vada persa. Ci penserò io."
Lio annuì, rincuorato "Grazie, Derek."
Elysa gli si avvicinò, sfregandosi nervosamente il braccio sinistro con la mano destra, come se avesse freddo.
"Lio, io...non so cosa dire..."
"Meno male, era ora che ti stessi un po' zitta."
Elysa sobbalzò, colpita da quella risposta. Lio, vedendo quella reazione, scoppiò a ridere.
"Sei un'idiota!" lo rimproverò lei, dandogli un pugno sulla spalla.
Lio cessò la risata con un lungo sospiro. "Come darti torto."
Dopodiché, cadde il silenzio. Una lunga pausa, durante la quale nessuno riuscì a guardare in faccia gli altri due.
"Ormai sono vicini." disse infine Lio "Andate. Dovete sparire prima che possano vedervi."
Derek sospirò, e gli porse la mano. Lio la strinse, con fermezza.
"Grazie di tutto ragazzo. Addio." concluse, voltandosi.
Non appena si allontanò, Elysa si proiettò in avanti, gettando le braccia al collo di Lio.
"Perché tutti quelli che mi accompagnano muoiono?" chiese lei, in quello che sembrava un pallido tentativo di nascondere un singhiozzo.
Lio sorrise amaramente. "Tutti muoiono, prima o poi. Ti va di vivere anche per me?"
Elysa si staccò, asciugandosi le lacrime.
"Fallo fuori. Se devi fare questa cosa, falla bene, cazzo. Uccidi quello stronzo."
Lio imbracciò la sua arma. Si voltò ed entrò nella camera stagna, urlando "Hai sentito, figlio di puttana? Sto arrivando per te!"
Elysa avviò la chiusura della camera, poi corse via.
Lio visse i secondi che separavano la chiusura della porta interna e l'apertura di quella esterna come se fossero anni di attesa. Là fuori, nello spazio, lo attendeva la sua fine.
Quando il portellone si aprì, Lio dovette ripararsi gli occhi; la stella del sistema Resvelg-Lerad era abbastanza vicina da illuminarlo, rendendolo un bersaglio ancora più facile.
"Eccoti qui, grand'uomo" sussurrò, una volta abituatosi al bagliore.
Quattro incrociatori procedevano verso di lui, accorciando sempre di più la distanza con la sua nave appesantita dai danni. Lio non ebbe il minimo dubbio su quale nave puntare; il Magistrato avrebbe sicuramente voluto godersi lo spettacolo in prima fila, sul ponte di comando della nave di punta.
Lio chiuse gli occhi. Lio, Parcox, Pac, Charlie, Fil, Frank, e tutti gli altri. Il pensiero di rivederli presto rendeva quasi irresistibile l'opportunità di lanciarsi verso morte certa.
"Va bene. Vengo a prenderti." disse, cercando il pulsante di avviamento del jet-pack sul fianco dello zaino.
Un bagliore, come un lampo, lo fece sobbalzare.
Attonito, Lio vide una scarica elettrica di proporzioni immani sovrastare l'intera flotta del magistrato.
La tempesta di fulmini si affievolì in pochi attimi, lasciando spazio ad una altrettanto sconfinata massa di metallo dorato.

Elysa si fermò "Hai sentito?"
Derek era intento ad aprire con la forza il portello delle navi di salvataggio. "Sentito cosa?"
"Un'esplosione."
"Merda! Ci stanno già attaccando!"
"Non può essere, se avessero colpito la nave staremmo ballando parecchio. Invece..."
Elysa si interruppe e, di colpo, iniziò a correre.
"Ehi ma...dove scappi?"
"Lio! Corriamo da Lio, presto!"
"Oh, ma che diamine...non abbiamo tempo!" si lamentò Derek, correndo dietro alla ragazza.

La gravità artificiale era inattiva da un po', ma Lio non se ne era reso conto. Stava fluttuando, eppure era immobile. Pietrificato come un bambino impaurito, di fronte alla distruzione nella sua forma più pura.
La massa di metallo apparsa dal nulla si era rivelata essere una flotta di enormi navi, le quali, a loro volta, avevano generato uno sciame incalcolabile di navi più piccole. Queste ultime avevano iniziato a ronzare attorno agli incrociatori come uno sciame di api, iniziando a colpirli a raffica con una pioggia di proiettili laser. Gli incrociatori non reagirono subito, presi alla sprovvista tanto quanto il piccolo umano che osservava la scena dal basso.
L'incrociatore più indietro fu il primo a soccombere, esplodendo in una nuvola di detriti e fumo. I due che lo precedevano affiancati tentarono di reagire, avviando una manovra di inversione per sfruttare il cannone frontale; non ne ebbero il tempo, e l'esplosione di uno travolse in pieno l'altro, che si spezzò in due.
Alla nave di punta, rimasta alle strette, non resto che tentare la fuga: i motori furono spinti alla massima potenza, e la nave subì una considerevole accelerazione. Ma oramai i danni erano irreversibili, e i nemici troppo numerosi.
Lio lo vide.
Per un istante, lo vide.
Vide il Magistrato, che batteva disperatamente i pugni contro al vetro del ponte di comando.
I loro sguardi si incrociarono, mentre la fiammata di un'esplosione interna lo arrostiva, imprimendo il contorno della sua figura sul vetro.
I rottami dell'ultima nave precipitarono così, sotto agli occhi increduli di Lio, attratti dalla gravità di un asteroide sottostante.
Il sollievo e l'euforia di Lio si mescolarono alla paura. Nonostante le piccole navi-sciame stessero rientrando in quegli enormi dirigibili di metallo, questi ultimi non sparirono così come erano apparsi. Anzi, rimasero lì, come per scrutare la nave superstite. Lio sperò che non se la prendessero anche con lui.
Di colpo un'ondata di inspiegabile fastidio travolse la sua mente. Era come se il cervello prudesse.
E Lio aveva già provato quella sensazione.
"En Taro Tassadar, King di West Braxis."
"Taxanok! Sei vivo!" urlò Lio, Chiuse gli occhi per concentrarsi, e nel buio vide chiaramente i lineamenti dello Zelota; nuove cicatrici lo caratterizzavano ancora di più.
"Com'è possibile? Ti ho visto con i miei occhi, quei mostri ti hanno travolto!" esclamò Lio, tanto stupito quanto euforico.
"Puah! Un'orda di abominevoli Zerg non può nulla contro il potere del Khala!" sbraitò Taxanok.
"Si ok, non ti incazzare!" ribatté Lio.
"Per tua fortuna, sono riuscito a sfuggire alla sorte che ha accomunato tutti i miei fratelli" proseguì Taxanok "in quanto ultimo superstite dell'esercito Protoss su Resvelg, ho ricevuto un encomio che mi ha tacitamente costretto a prendere il comando della controffensiva. All'arrivo delle navi da guerra è stato sorprendente trovare il campo terrestre già semidistrutto..."
"Ahahahah! Ho fatto proprio un bel casino eh?" sghignazzò Lio.
"Senza dubbio. Mentre parliamo, la fanteria sta spazzando via la resistenza rimasta. Ci hai fatto vincere questa battaglia, King di West Braxis."
"Siamo una grande squadra!" scherzò ancora Lio "e adesso?"
"Adesso?" ripeté Taxanok, con tono serio "Adesso debellerò l'ultima traccia terrestre da questo sistema."
Lio rabbrividì "Co-cosa?"
"Mi hai capito bene, umano." l'immagine proiettata nella mente di Lio si voltò "tutti i terrestri sono stati spazzati via dal sistema Resvelg-Lerad, e sono stato io, il prode Taxanok, a dar loro il colpo di grazia. Non è così?"
Lio tirò un sospirò di sollievo "È così, Zelota. Nessuna traccia terrestre, garantito."
"Molto bene." concluse il Protoss, quasi divertito "Non credo alle mie stesse parole, ma è stata una fortuna fare la tua conoscenza. Addio, King di West Braxis. E grazie."
L'immagine sparì, quindi Lio riaprì gli occhi, giusto in tempo per vedere le grandi navi che sparivano rapidamente nel buio.
Improvvisamente, la gravità si riattivò, e il portellone esterno iniziò a richiudersi: voltandosi, Lio vide attraverso l'oblò che Derek ed Elysa erano ancora lì.
I secondi di attesa per la riapertura della camera parvero ancora una volta infiniti.
"I Protoss! I Protoss!" iniziò a urlare Lio, togliendosi affannosamente il casco dalla testa.
"Cosa è successo? Da dove sono saltati fuori?" chiesero i suoi compagni di viaggio.
"Taxanok! Quello stronzo non mi voleva poi così morto! Alla fine ci ha salvato la pelle!"
Derek esplose nella più fragorosa, folle e liberatoria risata che Lio avesse mai sentito. Strinse gli altri due in un abbraccio di gioia, poi esclamò "È finita! Finalmente è finita! Si torna a Nidhogg!"
Elysa si lasciò travolgere dall'entusiasmo "Sì! Hai sentito Lio? Si torna a casa!"
Lio esultò e rise con loro, ma in breve tempo il sorriso sparì per lasciare posto alla tristezza.
La sua vendetta era compiuta, ed era riuscito miracolosamente a mantenere la promessa di salvare Derek.
Ma ora, cosa restava da fare?
E soprattutto, cosa lo attendeva, a Nidhogg?