lunedì 24 novembre 2014

22. Reazione

"Hai intenzione di rivolgermi la parola prima o poi?"
Lio non rispondeva. Guardava il pavimento, privo di qualsiasi espressione. Elysa, ad intervalli di alcuni minuti, tentava di risvegliarlo dal suo torpore.
"Lio."
"Lio, dì qualcosa."
"Lio, maledizione, mi fai almeno capire se sei vivo o no?"
"Lio!"
"LIO!"
Nessuna risposta.
Elysa si arrese. Non aveva intenzione di sprecare altro fiato.
Guardò fuori. Erano stati ammanettati e legati ai sedili di una navetta da trasporto, in attesa di una sistemazione più adatta, stando a quanto aveva detto il soldato che li aveva sbattuti lì dopo averli catturati; tuttavia il portellone posteriore era rimasto aperto, per far sì che i prigionieri rimanessero sempre sotto lo sguardo dei soldati di guardia.
Da quella posizione, Elysa poteva vedere buona parte del campo terreste, che aveva già avuto modo di esplorare prima della cattura da parte dei Protoss: erano stati sistemati nell'area dedicata alla fanteria, e infatti il viavai di Marine appiedati era ininterrotto. Talvolta passava anche qualche mezzo corazzato, un cingolato o un enorme robot bipede pesantemente armato. Oltre il limite dei pochi Fiori Arborei risparmiati dalla costruzione dei terrestri, si intravedevano vascelli e navette decollare ed atterrare, da quello che sembrava essere lo spazioporto del campo.
"Hanno un sacco di navette qui" riprese Elysa "e io so pilotare praticamente qualunque cosa. È la nostra migliore occasione per andarcene!"
Lio continuava a non reagire, tenendo lo sguardo basso.
Elysa perse la pazienza.
"Piantala di frignare! Sì, Teraskul è morto e sì, ci ha lasciati nella merda. Pensi di essere l'unico ad aver perso un amico? La mia vita è stata una continua fuga, ho lasciato dietro di me una scia di cadaveri talmente lunga che per anni sono stata convinta di portare una maledizione. Chiunque mi tocca muore, mi ripetevo. Ma la verità è che se qualcuno muore è perché non era abbastanza attaccato alla sua pellaccia! E tu lo sai questo, so che lo sai, perché sei ancora vivo! Morire significherebbe dargliela vinta, e io questo non lo accetto!"
Lio era immobile.
"Smettila di ignorarmi!" lo rimproverò la ragazza calciandolo ad un piede, non potendo avvicinarsi di più "vuoi vivere o no?"
Lio continuò a non fiatare.
"Ti ho chiesto se vuoi vivere o no!" sbraitò Elysa, calciandolo di nuovo.
Lio reagì, limitandosi a fare spallucce.
"Sei peggio di un bambino!" esclamò Elysa stizzita "non so tu, ma io voglio andarmene di qui viva e vegeta. Se il Magistrato viene qui, ci ucciderà, o peggio ci torturerà a morte. E io francamente non me la sento di farmi torturare!"
Lio rimase in silenzio.
Qualcosa fuori si mosse: un Marine, imbracciando il suo fucile, si avvicinò alla navetta, dirigendosi verso il soldato di guardia davanti ad essa.
"Lawrence, a rapporto! Si va in scena!"
La guardia scattò sull'attenti "Agli ordini signore! Qual è la missione, caporale?"
"Il comando ha stabilito che il covo Zerg deve essere eliminato, con tutto quello che contiene. Le forze aeree sono già sul posto, distruggendo gli obiettivi principali. Toccherà a noi stanare quelli più piccoli e fare piazza pulita. Unisciti alla tua squadra."
"Ma signore, ora sono di guardia ai prigionieri del magistrato, ho l'ordine di stare qui fino a che i suoi uomini non verranno a prelevarli."
"Gli ordini del comando vengono prima di quelli di un magistrato esterno, soldato. Il magistrato troverà i suoi prigionieri qui impacchettati quando arriverà, non è un problema che ci riguarda. Ora esegui i tuoi ordini!"
"Signorsì!"
Entrambi i Marine se ne andarono a passo svelto, come molte altre squadre di militari in movimento poco più in là.
"Siamo soli!" esultò Elysa "E il nostro momento!"
Un secondo dopo, le sue manette caddero. A mani libere, anche sbarazzarsi della catene che la legavano al sedile fu semplice.
"Questi soldati non sanno con chi hanno a che fare, altrimenti ci avrebbero ingabbiati molto più strettamente!" continuò Elysa esaltata, armeggiando con le manette di Lio "Queste manette potrei aprirle anche ad occhi chiusi. Fatto, sei libero."
Mentre le catene di Lio cadevano, Elysa si portò vicino al portello aperto della navetta, osservando i movimenti all'esterno.
"Nessuno bada a noi. Dobbiamo svignarcela prima che arrivi qualcuno!"
Lio non rispondeva. Continuava a tenere lo sguardo fisso a terra.
"Ma la smetti? Svegliati, insomma! Reagisci!" urlò Elysa, scuotendolo "Mi serve il tuo aiuto per scappare! Non posso continuare a fare tutto io!"
Lio non si smosse.
Elysa stava prenderlo a schiaffi.
"Io mi sono stufata" sbottò la ragazza "Finora sono sempre stata io a organizzare la fuga, ad esplorare il campo, ad organizzare tutto. Ne ho abbastanza. Sei tu quello che ha promesso a Derek di recuperarlo, no? E allora muovi il culo! Stavolta fallo tu il piano!"
Lio sollevò gli occhi. Lo sguardo era iniettato di sangue.
"Ok."

lunedì 17 novembre 2014

21. Sciame

Il cielo si stava oscurando.
Non per la fine del giorno, ma per il fumo e la polvere sollevate dall'esplosione nucleare; l'atmosfera si faceva via via più buia e lugubre.
Lio ed Elysa non avevano smesso di correre. Non stavano scappando, poiché per quanto ne sapevano nessuno li stava inseguendo; il desiderio di allontanarsi dall'orrore che avevano appena vissuto era grande, e ancora più grande era la paura provocata dalle esplosioni e le scariche di proiettili che ancora echeggiavano alle loro spalle: probabilmente l'esercito terrestre era tornato alla carica, a caccia di eventuali sopravvissuti.
Ben presto si accorsero di non essere gli unici a correre.
Nel folto della foresta, altri superstiti Protoss fuggivano dalla loro base ormai perduta. Dapprima due, poi tre, quattro, il numero dei Protoss aumentava ogni secondo. Sembrava stessero correndo tutti nella stessa direzione; Lio ed Elysa, senza dirsi nulla, li seguirono.
Dopo alcune centinaia di metri, si trovarono ad affluire, insieme a vari altri superstiti, ad una piccola radura tra i fiori arborei.
Al centro della radura si ergeva immobile lo Zelota Taxanok.
"TU!" tuonò il soldato Protoss, non appena Lio si palesò davanti a lui.
"Taxanok per favore, non è il momento. Dov'è Teraskul? Dimmi che è-"
Taxanok per tutta risposta lo afferrò per la maglietta con la mano sinistra e lo sollevò da terra. Dal braccio destro fece fuoriuscire la lama laser.
"Voi umani gettate disgrazia e rovina ovunque vi spostiate!" sentenziò lo Zelota "La distruzione del nostro campo non  resterà impunita, e il primo a pagare sarai tu!"
"No! Fermo!" urlò Elysa, spaventata.
Taxanok colpì.
Lio era troppo spaventato per capire cosa stesse accadendo. Vide solo il braccio dello Zelota bloccarsi poco prima che la lama affondasse nel suo ventre.
Taxanok sembrava stupito quanto lui. Scosse il braccio, ma quello non accennava a muoversi.
Una coltre di fumo nero apparve dal nulla. Lio emise un forte respiro di sollievo ancora prima che si dissipasse e mostrasse Teraskul, con una mano salda sul braccio di Taxanok.
"Lascialo andare Taxanok. Sai che non devi incolpare lui."
"TERASKUL!" urlò Lio, liberandosi dalla presa dello Zelota.
Lio gli si avvicinò per esprimere la sua gioia nel vederlo vivo. Taxanok si voltò nella sua direzione, irritato per l'esecuzione appena interrotta. Entrambi tacquero, quando videro il taglio profondo che lacerava il petto del Templare Oscuro.
"Oh no!" esclamo Lio. La ferita sembrava abbastanza dolorosa da poter mettere KO un bisonte, ma Teraskul non mostrava eccessivi segni di sofferenza.
"Hai bisogno di cure, Templare Oscuro!" constatò Taxanok, mentre gli altri superstiti Protoss si avvicinavano preoccupati.
"E come? Siamo soli in mezzo alla foresta!" obbiettò Elysa.
"C'è un altro campo." rispose Teraskul, barcollando lievemente. "è una piccola base mineraria, ma è tutto ciò che abbiamo. Dirigiamoci lì, e chiamiamo rinforzi prima che l'esercito terrestre ci trovi di nuovo."
Nessuno ebbe niente da obbiettare, anzi, tutti si mossero immediatamente, ansiosi di ritrovare un posto sicuro. Taxanok prese sottobraccio il Templare Oscuro, per alleviargli la fatica della camminata.
"È molto distante, questo campo secondario? Hai urgente bisogno di aiuto." chiese Lio, in ansia.
"Dobbiamo superare la collina a nord, poi scendere nella valle e di nuovo risalire, al di là della collina successiva." rispose Teraskul.
"Sarà una marcia lunga, maledizione." imprecò Lio "credi di farcela?"
Teraskul non rispose. Lio non smise di stargli accanto per tutto il tragitto fino alla vetta della collina.
"Questi Protoss non ci aiuteranno se Teraskul non sopravvive per imporglielo" bisbigliò Elysa, non appena fu sicura che nessuno badasse a loro.
"Non voglio neanche sentire ciò che hai da proporre." tagliò corto Lio "Teraskul è il nostro migliore alleato, anzi, è l'unico che ci abbia dimostrato simpatia da quando siamo evasi. Io non intendo abbandonarlo."
Presto raggiunsero l'apice del colle. Ciò che si presentò ai loro occhi lasciò Lio senza fiato.
"Che diavolo è quello?!"
Sembrava che la valle avesse preso vita, ma nel modo peggiore possibile. Là dove sarebbe stato normale trovare una rigogliosa foresta di Fiori Arborei, si stendeva per centinaia di metri un tappeto roseo di informe materia molle e pulsante.
Sopra di essa spuntavano aberranti incroci tra edifici e creature viventi colossali, simili a dei molluschi grandi come delle case. Tra di essi, si scorgevano varie creature brulicanti correre a destra e a manca, in un ordine che ricordava quello di un formicaio.
"Zerg" rispose Elysa, atterrita. "Lo sciame Zerg è arrivato anche qui!"
"Cos'è quello schifo? Ce ne sono altri fuori da questo pianeta?" Lio non riusciva a distogliere lo sguardo da quella inquietante e disgustosa massa di mostruosità.
"Gli Zerg sono forse l'unica minaccia più aberrante e pericolosa degli umani" rispose Taxanok "vanno di pianeta in pianeta distruggendo e consumando, lasciandosi alle spalle una scia di morte. Non sono altro che animali, ma la loro forza è nel numero e nella spaventosa capacità di moltiplicarsi. Se ci vedranno, ci uccideranno senza esitare."
"E noi dobbiamo andare proprio da quella parte" concluse Elysa, avvilita.
"Li aggireremo" ordinò Teraskul, affannato "con un po' di fortuna dalla nostra parte, non ci daranno-"
"Ci attaccano!" urlò uno degli altri sopravvissuti: un istante dopo, un missile sfrecciò al di sopra delle loro teste ed esplose, causando un'onda d'urto che li investì.
Gli Zerg, a valle, attratti dall'esplosione iniziarono a correre in massa verso l'accaduto, veloci come fulmini.
"Cos'era, un avvertimento?" chiese Lio, aiutando Elysa a rialzarsi. Lo scoppio era stato forte, ma non aveva causato alcun danno.
"Era un EMP" rispose Elysa "perché ci hanno lanciato un attacco che inibisce l'elettromagnetismo? Siamo pochi, appiedati e disarmati!"
Teraskul sgranò gli occhi, spaventato.
"Gli scudi!" urlò "Hanno disattivato i nostri scudi! Dobbiamo scappare prima che gli Zerg ci trovino!"
Un istante dopo, un paio di spuntoni aguzzi e dentellati apparirono sul petto di Teraskul.
Lio ci mise un po' a capire che la causa di ciò era la specie di mostruoso cane alieno che si trovava alle spalle del Protoss. Lo aveva trapassato da parte a parte con i suoi artigli.
"NO! NOOOOO!" urlò, gettandosi su Teraskul insieme ad Elysa. Taxanok afferrò la creatura e la trafisse con una lama laser, uccidendola sul colpo.
"È...è la fine per me..." bofonchiò Teraskul, morente.
"No ti prego! Teraskul, non mi lasciare pure tu!" Lio afferrò la sua testa tra le mani "Sai che non potrò sopportare anche questo! Ti prego!"
Gli occhi del Protoss assunsero un'espressione commossa, mentre un'orda incalcolabile di Zerg risaliva la collina come una marea. Gli sparuti Protoss superstiti si prepararono a difendersi, ma con gli scudi inservibili le loro chance si riducevano inesorabilmente.
"Scappa, King Lio" sussurrò Teraskul, mentre i primi soldati Protoss soccombevano sotto l'ondata Zerg "Vivi, e ricordati di me. Rendimi parte delle leggende di West Braxis."
Quelle parole resero Lio vuoto, assente.
Era vuoto, mentre vedeva Taxanok sparire sotto una montagna di Zerg.
Era assente, mentre assisteva impotente allo smembramento del corpo di Teraskul, ormai esanime.
Era vuoto, mentre Elysa lo trascinava giù per la collina, mentre urlava per risvegliarlo.
Era assente, mentre Elysa lo abbracciava spaventata, trovandosi davanti ad un plotone di Merine.
Lio era completamente estraneo a tutto ciò che stava accadendo.
Forse era morto, e non se ne era reso conto.

lunedì 10 novembre 2014

20. Nuovo sole

"Merda, merda, merda, merda, merda."
Lio non riusciva a ripetere altro.
Correndo come un forsennato in mezzo alla battaglia col suo cuscino in spalla, coperto da Teraskul che affettava soldati e mezzi terrestri come fossero statue di burro, non riusciva a pensare ad altro se non a imprecazioni.
Doveva trovare Elysa, e subito. La battaglia stava interessando solo il margine esterno del grande campo Protoss, e la sua compagna di viaggio era stata ricoverata vicino all'enorme edificio centrale. Doveva rianimarla e metterla al sicuro, poi sperare che le forze Protoss avessero la meglio sull'esercito terrestre.
Sfrecciando tra i proiettili, Teraskul fece strada a Lio, e in breve tempo raggiunsero così la linea di difesa dei Protoss.
"Templare Oscuro! Sei tornato!"
Taxanok alzò un braccio per richiamare la sua attenzione. Teraskul lo raggiunse.
"Quante forze schiera il nemico?"
"Non molte, le nostre truppe riescono a contenerli. Stiamo richiamando altre unità, ben presto saremo in grado di sopraffarli." rispose lo Zelota, sicuro.
"Devo raggiungere Elysa al più presto!" esclamò Lio.
Taxanok lo fulminò con lo sguardo.
"Procedi pure, King di West Braxis. Ti raggiungerò non appena riprenderemo in mano la situazione" lo rassicurò Teraskul.
Lio non se lo fece ripetere, ansioso di rivedere Elysa quanto di togliersi dai piedi Taxanok e il suo caratteraccio.

La raggiunse rapidamente.
Era sdraiata su di un asse di metallo inclinato, ancora priva di sensi e dal respiro affannoso. Un anziano Protoss, che dai lineamenti sembrava essere una femmina, le scrutava l'occhio destro aprendole le palpebre con le dita.
"Ehiehiehi, giù le mani!" la bacchettò subito Lio.
La Protoss sobbalzò. "Sei tu, terrestre! La tua compagna non ha reagito ad alcuno stimolo. Appare scollegata dai propri sensi."
"Adesso la ricollego, sta a vedere." rispose Lio, svuotando una siringa di Hub sporco e caricandolo di Hub Zero.
L'effetto dell'iniezione fu esplosivo.
"Prodigioso!" commentò la Protoss, osservando Elysa risvegliarsi, balzare in piedi e afferrare Lio per la gola nel giro di un secondo.
"Perché devi sempre mettermi le mani addosso?" chiese Lio, strozzato, tentando di liberarsi.
Elysa si rese finalmente conto di ciò che stava facendo, e mollò la presa "Che è successo?"
"Sei svenuta" rispose Lio, massaggiandosi il collo "e dopo aver passato giorni di stenti, ferita e affamata, non è per nulla sorprendente. Ho dovuto ripescare l'Hub che avevamo lasciato indietro per darti una spintarella."
"Ti hanno lasciato recuperare l'Hub?" chiese Elysa, sorpresa.
"Teraskul mi ha addirittura accompagnato" specificò Lio "questi Protoss sembrano strani, ma in fondo sono dei bravi ragazzi."
"Accoglierò queste tue parole come un sincero complimento" si intromise la Protoss "Dimmi, King Lio, come procede la battaglia?"
"Battaglia? Quale battaglia?" si affrettò a chiedere Elysa.
"La base è sotto attacco" spiegò brevemente Lio "ma Taxanok sostiene che le linee di difesa Protoss possono reggere l'offensiva. Dovremmo essere al sicuro qui."
"Lo siete, King di West Braxis." rispose la voce di Teraskul, alle loro spalle.
Lio si voltò "Teraskul! Che succede? Come procede lo scontro?"
"Non appena ci siamo separati, il nemico ha voltato le spalle ed è arretrato oltre la distanza di tiro."
"Attaccano poi se ne vanno? Che storia è questa?" chiese Elysa. "Stavano per soccombere?"
"A dire il vero, le forze si equiparano; probabilmente stanno riorganizzando l'assalto in maniera più ordinata. Taxanok sta coordinando le truppe perché li contrattacchino subito, in modo da coglierli impreparati e costringerli alla definitiva ritirata."
"Cosa possiamo fare per voi?" domandò Lio.
"Nulla, King di West Braxis. Non ti angustiare per le sorti di questa battaglia, poiché ci aiuterai piuttosto nel vincere la guerra."
Lio storse la bocca, ma si rassegnò a quel momento di inattività forzata. Guardò l'alto, benevolo volto coperto di Teraskul, e fece un cenno di intesa col capo.
Non appena il Templare oscuro si congedò da lui, però, notò una cosa: nella volta bianca e azzurra del cielo, decorata dalle sfumature della grande luna di Resvelg, aveva fatto la sua comparsa un puntino nero.
"E quello cos'è?" chiese ad Elysa.
La ragazza alzò lo sguardo.
E sbiancò.
"TERASKUL!" urlò. Il Templare Oscuro, poco lontano, si voltò verso di lei.
"Ordina la ritirata!"
"Come?" chiesero all'unisono Lio e il Protoss.
"Ordina a tutti i tuoi soldati di scappare! STANNO PER SPAZZARCI VIA!"
Teraskul guardò nella direzione in cui la ragazza stava indicando, concitata.
In un lampo, corse via.
"Ma che diavolo sta succedendo, si può sapere?" chiese Lio.
Elysa per tutta risposta lo afferrò per la spalla ed iniziò a trascinarlo, di corsa.
"Ma che avete tutti quanti?" continuava a chiedere Lio, seguendo la corsa di Elysa, ma voltandosi spesso per tentare di capire cosa stesse accadendo.
Il puntino si avvicinava: ben presto mostrò i lineamenti di uno strano barile.
Molti Protoss stavano seguendo l'esempio di Lio ed Elysa, dandosi alla fuga.
Il barile nel cielo era sempre più definito: aveva anche una punta, delle ali e un propulsore posteriore.
Ormai il campo Protoss era alle loro spalle. Lio rallentò il passo.
"Non smettere di correre, idiota!" lo rimproverò Elysa.
"Ma perché? Che sta--"
Una luce abbagliante.
Un boato assordante.
Per un momento, Lio credette di essere stato catapultato in tutt'altro posto, fatto di pura luce.
Ci volle un po' di tempo, prima che la luce svanisse. E altro ancora, prima che gli occhi potessero vedere nitidamente.
Poi Lio si voltò di nuovo a osservare il campo Protoss.
Ma il campo era sparito, come buona parte degli alberi che lo attorniavano.
Rimaneva solo un oscuro e profondo cratere.
E un enorme fungo di fumo, che si ergeva sopra di esso.

lunedì 3 novembre 2014

19. Rottura


Lio chiuse gli occhi e strinse bene la presa. Un capogiro lo aveva colto impreparato, causato dalla stanchezza che andava accumulando da parecchio.
Guardò in alto. La vetta del Fiore Arboreo era a pochi metri.
Poi volse lo sguardo verso terra: il Templare Oscuro Teraskul, in compagnia di due suoi sottoposti, osservava la scalata di Lio.
"È tutto a posto, King Lio?" domandò il Templare. Era l'unico che appariva interessato alla peripezia di Lio, dato che i suoi soldati nemmeno si degnavano di alzare lo sguardo, preferendo starsene fermi a braccia conserte.
"Sì" rassicurò Lio, senza perdere la concentrazione sull'obbiettivo "Non preoccuparti. Un minuto ed è fatta."
Detto ciò strinse i denti, e riprese la scalata.
Quando lui ed Elysa erano stati rapiti da Taxanok, Lio non si era premurato di afferrare il guanciale che tanto si era tenuto stretto fino a quel punto. Quindi, presumibilmente, il cuscino, così come il suo prezioso contenuto, si trovava ancora lì, sulla cima del Fiore Arboreo.
Lio sperava vivamente di ritrovare tutto lì dove lo aveva lasciato; Elysa, dopo il suo svenimento, era stata presa in cura da una equipe di sapienti Protoss, che tuttavia avevano ammesso di non avere molta dimestichezza con l'anatomia umana. Lio sperava che non venissero presi dalla curiosità e che non prendessero iniziative sul corpo della malcapitata.
Tuttavia, un altro possibile scenario lo spaventava ancora di più: che Elysa si risvegliasse, da sola, completamente in balia dei medici alieni. In quel caso, nulla avrebbe potuto salvarlo: la ragazza lo avrebbe strozzato con le sue mani per averla messa in quella situazione. Ormai la conosceva abbastanza da prevedere le reazioni del suo burrascoso carattere.
Un attimo prima di salire l'ultimo gradino che lo separava dalla vetta, rabbrividì al pensiero di non trovare più l'Hub che aveva conservato a rischio della vita. Per Elysa sarebbe stata una sentenza di morte.
Fortunatamente, quel timore svanì un istante più tardi.
"È qui!" urlò ai soldati Protoss che lo attendevano al suolo. Ansioso, Lio si issò sulla pianta, afferrò il cuscino e ne rovistò l'imbottitura.
"Merda." imprecò. Solo una fiala di Hub Zero, più qualche altra dose di Hub sporco. Sarebbe bastato per salvare Elysa, ma non per il futuro.

La discesa fu lesta.
Non appena Lio toccò terra, la variegata squadra si incamminò per raggiungere l'avamposto Protoss.
"Quella strana bisaccia contiene la miracolosa cura per la tua compagna di viaggio?" chiese Teraskul.
"Diciamo di sì" rispose Lio "Anche se questa non è una bisaccia, e non si tratta proprio di una cura."
"Di che si tratta?" chiese uno dei soldati.
Lio rispose, lieto di aver suscitato finalmente un po' di interesse "È un preparato naturale, di nome Hub. È possibile realizzarlo solo con una muffa originaria di Nidhogg, il mio pianeta."
"E questo preparato, che poteri ha?" chiese di nuovo i Protoss.
"Bè, acuisce i sensi e potenzia i muscoli. Per un po', dopo averlo usato, sei quasi invincibile. Tuttavia, una volta utilizzato è... ehm... molto difficile farne a meno. Impossibile, in effetti. Elysa ne ha bisogno ora."
"Accettate di diventare schiavi di una sostanza?" il Protoss era disgustato "Una tale spregevole condizione può essere accolta solo da creature inferiori e grette come..."
"Basta così, zelota!" lo ammutolì Teraskul. Appena in tempo, dal momento che Lio era pronto a reagire in malo modo.
"Le abitudini dei terrestri non sono di alcun interesse per noi. Tutto ciò su cui ti devi concentrare è la battaglia contro..."
Teraskul si interruppe. Tutti e tre i Protoss si fermarono, con lo sguardo fisso di fronte a loro.
"Che c'è?" chiese Lio, guardandoli confuso.
"Le truppe terrestri." disse Teraskul.
"Un contrattacco!" esclamò un soldato, agitato "La nostra base è sotto pesante offensiva!"
"Corriamo al campo!" ordinò Teraskul.
I Protoss scattarono in avanti. Teraskul afferrò Lio per un braccio, e, in un istante, il ragazzo si trovò con le gambe all'aria, trascinato via come una banderuola.
Lio si sbalordì per la velocità con cui i Protoss stavano correndo. Le loro lunghissime gambe permettevano falcate inimmaginabili per un uomo, e nonostante l'ostacolo degli alberi-fiore raggiunsero il campo aperto in pochissimo tempo.
Allo sbocco della foresta, lo spettacolo era disarmante.
La base era sotto attacco. Mezzi corazzati, più o meno pesanti, abbattevano le strutture dorate dei Protoss, aprendo la strada alla fanteria; i Marine correvano in ogni angolo, trincerandosi tra le rovine dei palazzi distrutti, al coperto dai colpi dell'esercito Protoss; questi ultimi rispondevano con dei carri quadrupedi, equipaggiati con cannoni che sparavano proiettili sferici e luminosi. In cielo, astronavi di ogni foggia e dimensione si rincorrevano, sparando e precipitando quando colpite, riempiendo l'aria di fuoco e scintille. La foresta bruciava.
I due accompagnatori di Teraskul estrassero le lame laser e scattarono in avanti, urlando all'unisono "LA MIA VITA PER AIUR!"
Lio rimase impietrito di fronte a quella visione: i ricordi dello sterminio del clan, su Nidhogg, riaffiorarono più vivi che mai. Come allora aveva perso la sua famiglia, ora stava perdendo la possibilità di mantenere le sue promesse.
Cadde in ginocchio.
Serrò gli occhi.
Era troppo per lui.
"Lio!" urlò Teraskul, scuotendo il corpo accasciato del ragazzo.
Lio piagnucolava e si stringeva la testa fra le mani. Lo stress aveva raggiunto il punto critico.
Due Marine uscirono da dietro i loro ripari e li videro. Corsero tra i rottami e si posizionarono per colpirli.
"È il prigioniero di Nidhogg! È in combutta coi Protoss!"
"Fuoco!"
Una scarica di colpi partì, in direzione di Lio e Teraskul.
Il templare oscuro si piazzò in piedi davanti al suo protetto, appena prima che i colpi arrivassero.
"Teraskul..." urlò Lio, nel fragore dei colpi.
Una serie ti ticchettii metallici.
I proiettili si infransero a mezz'aria, a pochi centimetri dal petto del Protoss.
"Dobbiamo abbattere gli scudi! Ricarica!" ordinò uno dei soldati, apprestandosi a cambiare il caricatore del suo fucile.
Teraskul, in pochi attimi, si avvolse in un manto di fumo scuro. Nello spazio di un secondo, il vento soffio via il fumo, ma del Protoss non c'era più traccia.
"Cosa...dove..." bofonchiò il soldato più giovane dei due.
Lio, sorpreso quanto loro, vide balenare un lampo verde sull'armatura di un dei Marine.
Poi sull'altro.
In un brevissimo turbine di fumo, il Templare Oscuro riapparve in mezzo ai due soldati, con un'enorme lama verde elettrica che scendeva dal suo braccio lungo tutto il corpo.
Dopodiché i Marine caddero a terra, tagliati in due all'altezza della vita.
"Svelto, King di West Braxis!" esclamò Teraskul "Dobbiamo andare!"