lunedì 30 giugno 2014

8. Alchimia

"Cosa abbiamo qui?" chiese Lio.
"Nelle celle là in fondo avviene l'essiccazione, poi ci sono i mortai per pestare la muffa, i solventi, le centrifughe..."
"Centrifughe?"
"Sì, centrifugando la soluzione e utilizzando solo la fase superiore il prodotto finale migliora." rispose Derek, orgoglioso delle sue conoscenze.
"Davvero? Forte! Noi abbiamo sempre usato tutta la soluzione..."
"Fidati di me, so quello che faccio" rispose l'Alchimista, sorridendo. Quel sorriso gli dava un'aria da pazzo molto poco rassicurante. "Dicevamo, centrifughe, poi tutto il necessario per il filtraggio a silice..."
"E questa cos'è?" chiese Lio, prendendo da un sottobanco una busta piena di cristalli blu.
"Ehi, giù le mani!" esclamò Derek, strappandogliela di mano "questo è un mio progetto secondario, che non ti riguarda" aggiunse, rimettendo il sacchetto al suo posto e chiudendo a chiave l'anta del sottobanco.
Lio era irrequieto. Avere la possibilità di lavorare accanto all'Alchimista era un vanto che mai si sarebbe sognato di meritarsi. Apprendere tutti i segreti del laboratorio gestito dal padre dell'Hub era solo una delle tante cose che desiderava imparare, e non solo riguardo la produzione di droga: Derek era un libro di storia ambulante, e parlare con lui era come rivivere un'epoca di Nidhogg di cui nessun altro sapeva nulla.
“Ora mettiti questa” disse Derek, porgendogli una tuta protettiva.
“Dobbiamo fare qualcosa di pericoloso?” domandò Lio, dubbioso.
“Eheheh, no no, queste non servono a proteggere noi” lo rassicurò l'Alchimista.
Lio si vestì velocemente ma con estrema cura, stando molto attento a non rovinare la tuta. Durante l'operazione non riuscì a trattenere però qualche sbadiglio; gli incubi di Nidhogg in procinto di essere distrutta non lo avevano ancora abbandonato, e non lo lasciavano dormire serenamente.
“Seguimi” lo invitò Derek, una volta vestiti.
Raggiunsero una porta in fondo al laboratorio. Premendo un pulsante, la porta si aprì, rivelando il suo contenuto: una stanza illuminata da tenui luci blu, estremamente umida, contenente una serie di pannelli metallici impilati parallelamente, a pochi centimetri uno dall'altro. Ognuno di essi era ricoperto da una spessa patina di muffa marrone.
“Hubcum!” esclamo Lio, sbalordito.
“Questa è la mia piccola serra, l'ho costruita io” spiegò Derek “e non devo nemmeno ricordarmi di innaffiare le piante! Eheheh!”
“Ma come hai...” continuò Lio, ancora disorientato,
“L'Hubcum cresce solo su Nidhogg, ma quando mi hanno rapito hanno pensato bene di prenderne un pezzetto. È stato sufficiente lasciarlo in un ambiente ospitale ed è cresciuto. Habitat poco illuminato, tanta umidità e superfici metalliche; Nidhogg ne ha in abbondanza di tutte e tre, ma è una condizione abbastanza semplice da ricreare. Ora prendi uno di quei contenitori lì appesi e facciamo scorta”
Lio si affrettò a prendere uno dei secchi di plastica agganciati alla parete, poi si posizionò accanto a Derek mentre lui spostava una lastra per raschiarne via la muffa.
“Eheheh, sai, mi mancava un sacco lavorare in coppia. Quando ero su Nidhogg io e Frank lavoravamo sempre così, io che raccoglievo e lui che faceva la guardia.”
“Anche le squadre del clan erano così” disse Lio “Un raccoglitore e un Ricognitore, sempre in coppia. Forse è una tradizione nata proprio da voi due.”
Derek fece un'altra delle sue risatine da vecchio pazzo “Eheheh! Accidenti ragazzo, sei proprio cresciuto all'ombra di tutto ciò che facevo!”
Il sorriso dell'Alchimista tuttavia si spense in pochi attimi, e con tono sommesso aggiunse “Sarò anche una leggenda vivente, ma non sarei mai stato nulla senza Frank. Mi ha salvato la pelle in mille occasioni, e senza di lui non sarei stato nient'altro che un carcerato qualsiasi. E ora io sono l'Alchimista della leggenda, mentre di lui nessuno sa nulla.”
“Frank è vivo, Derek” lo interruppe Lio.
Derek si paralizzò, lasciando cadere a terra il lembo di muffa che aveva in mano. “Cosa?”
“È vivo. O almeno, era vivo prima che venissero a prendermi. Aveva aperto un pub e conduceva scambi con tutti i clan. Il grosso del nostro Hub lo davamo a lui, che poi lo utilizzava per mercanteggiare coi pesci piccoli.”
Derek rimase in silenzio, attonito per qualche secondo. Poi, sul suo volto si formò un'espressione da completo psicopatico.
“AHAHAHAH!” si mise a ridere, urlando “Dovevo immaginarlo! Dovevo immaginarlo, dannazione! Quel grosso figlio di puttana è indistruttibile! Ah!”
Lio non se la sentì di ricordare a Derek che, per quanto ne sapeva, tutti gli abitanti di Nidhogg erano stati uccisi dalle forze armate. Comunque, l'Alchimista aveva ragione: Frank aveva vissuto tutti i momenti storici di Nidhogg rivestendo un ruolo centrale, ed era riuscito a diventare temuto e rispettato da tutti i clan nonostante fosse un uomo solo.
“Mi hai migliorato la giornata ragazzo” si compiacque Derek, raccogliendo il lembo di muffa cadutogli poco prima e mettendolo nel secchio “Ora usciamo e mettiamoci al lavoro.”
“Ma che fai?” si stupì Lio “Ci mettiamo delle tute per non contaminare l'Hubcum e poi tu lo raccatti da terra? Così sporchi anche tutto il resto...”
“Shhh!” lo zittì subito Derek “non farti sentire! Esci, ora ti spiego.”
Una volta fuori, Lio si svestì, mentre Derek piazzava le macchie di Hubcum appena colte nell'essiccatoio e raccoglieva un po' di muffa pronta per la lavorazione.
“Vieni ragazzo, aiutami a polverizzare.” lo invitò l'Alchimista, una volta finito.
I due si misero all'opera; ben coperto dai rumori della pestatura, Derek sussurrò all'orecchio di Lio
“Come credi che sia riuscito a rimanere vivo per anni e anni, giovanotto? Preparando sempre il migliore Hub che possa fare?”
Solo in quel momento Lio si rese conto che tutte le dosi che aveva ricevuto durante la prigionia erano state prodotte da nientemeno che Derek l'Alchimista, non certo dal primo sprovveduto di passaggio. E allora perché sembravano tutte realizzate da un principiante?
“Sai come sono sopravvissuto?” prosegui Derek, sempre sottovoce “Facendo un lavoro di merda. Se davvero sfruttassi tutte le apparecchiature che mi affidano, ogni dose che esce da questo laboratorio sarebbe perfetta. Invece i tre quarti delle dosi che consegno sono fatte col culo. Ho dovuto inventare una marea di balle, che l'Hubcum cresciuto in serra non è buono come quello naturale, che quella che coltiviamo è una sottospecie impura, che l'aria di Nidhogg è fondamentale per realizzare l'Hub, e tutta una valanga di stronzate simili. Potrei realizzare ciò che vogliono anche adesso, ma non lo farò di certo: una volta ottenuta la ricetta, quelli mi ammazzeranno senza nemmeno dire grazie, e tanti saluti. No, non mi fregano: io ho tenuto sempre la qualità al minimo, facendo dei piccoli passi avanti di tanto in tanto per non insospettirli. Ci hanno provato in tutti i modi a costringermi ad accelerare il ritmo. Mi hanno pure appioppato qualche assistente, dei brillanti laureati col massimo dei voti. Quando li hanno trovati sistematicamente morti nel letto con una siringa piantata nel braccio hanno smesso di rompermi i coglioni.”
Lio continuava a pestare, ma ascoltava ad orecchie tese, rapito e esterrefatto allo stesso tempo. Mai farsi nemico l'Alchimista.
“Devo mantenere la messinscena, fingendo di fare le cose il più pulite possibile nel caso venisse qualcuno a controllare. In realtà rovino le dosi in ogni modo. Qualche volta ci sputo pure dentro, eheheh.”
Un brivido percorse il corpo di Lio dalla punta dei piedi fino all'apice della testa. “MA CHE SCHIFO!” sbottò “Io me la sono fatta quella roba!”
Derek si lasciò andare in una delle sue risatine; quando rideva sembrava ancora più vecchio, oltre che completamente fuori di testa “Eheheh! Scusami tanto ragazzo, non volevo! Eheheh!
“Comunque sia, da quando è sparito Bellinger ed ha preso il comando il nuovo damerino, prestano molta meno attenzione a ciò che faccio. Continuano a chiedermi Hub perché a quanto pare gli serve, ma non mi fanno più pressioni. Il che mi ha dato un po' di tempo libero per occuparmi dei miei progetti.”
“Cioè? Cosa?” incalzò Lio, sulle spine.
Derek tirò fuori una fialetta dalla tasca del camice. Conteneva un liquido dorato.
“Qualcosa di superiore.”

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