“Cos'è?” chiese, senza smettere di fissarlo.
“Hub” rispose tranquillamente Derek “o meglio, Super-Hub. Ho trattato quella dose in tutti i modi possibili, e non c'è ombra di dubbio: questa è la formula definitiva dell'Hub. La dose migliore mai realizzata.”
Lio era a bocca aperta.
“Le migliorie sono varie” proseguì L'Alchimista, divertito dallo stupore del suo ascoltatore “innanzitutto non c'è più il fastidioso problema delle droghe simili, che metteva a repentaglio la vita di chi si iniettava cose come il Turok e altre sostanze di origine naturale. Inoltre, la copertura è molto più lunga; con una dose di queste puoi startene tranquillo anche per una settimana senza cadere in astinenza. E, dulcis in fundo, l'effetto dopante è molto, molto più potente.”
“Più...potente?” chiese Lio.
Derek sospirò, senza smettere di sogghignare “Oltre ad essere il realizzatore di questa meraviglia, sono anche l'unica cavia che ho a disposizione. Ho fatto molti esperimenti da quando sono qui, e qualcuno è anche andato male, ma quando ho provato questa...è stato incredibile. Percepivo cose che prima non potevo cogliere, ero diventato più veloce, più reattivo, e più di ogni altra cosa, forte. Incredibilmente forte.”
“Cioè mi stai dicendo che questa roba ti potenzia i sensi e i muscoli?” chiese Lio, sapendo bene di cosa stava parlando.
“Esattamente!” rispose Derek, entusiasta “e per questa ragione ho battezzato questa formula col nome di...”
“Zero” lo interruppe Lio, in un soffio. Gli effetti descritti dall'Alchimista erano gli stessi che manifestava il suo giovane amico quando veniva colto da schizofrenia.
Derek rimase per un attimo interdetto, poi si allargò di un sorriso.
“Hub Zero...è perfetto! Mi piace! Suona addirittura meglio del nome che gli avevo dato!”
“Che sarebbe?”
“Hub Pompamuscoli!”
Lio strinse a sé la fialetta. Il potere di Zero non era andato perduto, e da quel momento non lo sarebbe stato nemmeno il suo nome. Sospirò, poi si rivolse a Derek.
“Ma che razza di nome del cazzo è Hub Pompamuscoli?”
Lavorarono insieme per ore, dapprima realizzando le dosi sporche da consegnare ai Marine, poi si misero al lavoro vero e proprio. Lio osservò in modo maniacale ogni gesto, ogni passo, ogni variazione nella preparazione che Derek metteva in atto: non aveva mai visto nessuno così preciso e al contempo rapido nel muoversi tra banchi ed alambicchi. Era evidente che oltre ad anni di esperienza, L'Alchimista aveva un dono di natura.
Alla fine del processo, ricavarono tre fialette di Hub Zero, che Derek donò al suo nuovo aiutante. “Io ne ho tante. Usale come meglio credi.”
Lio nascose con cura le preziose fialette sotto gli indumenti, e pochi istanti dopo le porte del laboratorio si aprirono, lasciando entrare il Marine che, come sempre, doveva riaccompagnarlo in cella. Salutò calorosamente Derek (che, a quanto si evinceva da una brandina nell'angolo della stanza, non lasciava il laboratorio per dormire) ed uscì, scortato dal Marine.
Durante il tragitto per la cella, Lio si divertì a punzecchiare il suo aguzzino.
“Hai rassettato la mia stanza? Non mi piace dormire in un letto disfatto. E mi raccomando, pulisci meglio il cesso! L'ultima volta l'odore lasciava molto a desiderare.”
Lio camminava davanti al soldato e non poteva vedere la sua faccia, ma gli bastava immaginarsela.
“Sei una brava domestica, ma un po' distratta. D'ora in poi sarò molto più severo con te. Ho deciso: ti meriti una bella sculacciata, che magari ti piace pure. Tu ti pieghi per pulire per terra e io ti do tanti begli schiaffi sul cu...”
Il Marine calciò il retro delle ginocchia di Lio facendolo cadere, poi gli assestò un pugno sulla nuca. Evidentemente la misura era colma.
Il soldato prese Lio sotto al mento e puntò gli occhi su di sé.
“Guardami bene” ordinò, con voce tremante di rabbia “guardami bene in faccia mentre ti pesto.”
“Ogni volta mi dici che devo guardarti” rispose Lio, combattendo il capogiro infernale procuratogli dalla botta alla testa “che c'è, ti senti insicuro?”
Gli occhi del Marine si tinsero di rosso. Un pugno raggiunse la faccia di Lio così forte da farlo sbattere contro la parete dietro di lui.
“Ti ricaccio la tua insolenza su per il culo, sacco di merda” inveì il soldato mentre riprendeva Lio per la collottola e lo tempestava di pugni.
Lio non si era accorto di trovarsi di fronte alla propria cella, ma se ne rese conto non appena il Marine aprì le porte e lo lanciò dentro, facendolo volare e poi rotolare sul pavimento. Contuso e ammaccato, decise di starsene per un po' a terra mentre il Marine depositava il vassoio con la cena.
“Nessuno ha detto che ci serve la tua lingua lunga. Rivolgimi di nuovo la parola e ti faccio ingoiare tutti i denti.” Così si congedò il soldato, prima di andarsene chiudendo le porte.
“Giuro che prima o poi ammazzo anche te” disse Lio, a denti stretti.
Cenò in silenzio e in fretta. La bocca gli faceva male nel chiudersi, sicuramente a causa di un colpo di troppo. Prese una delle fialette di Hub Zero e la guardò.
“No” disse tra sé “mi saranno più utili se troverò un modo per andarmene da qui. Una notte di sonno mi rimetterà in sesto.”
Prese tutte le dosi che aveva conservato, sia le sporche sia le Zero, poi fece un piccolo strappo nel cuscino e cautamente le infilò tutte all'interno. “Qui saranno più al sicuro, se quello scimmione dovesse picchiarmi di nuovo almeno non rischierò di romperle.”
Una volta finito, si sdraiò sul fianco, rivolto verso il muro metallico.
TOC TOC.
La risposta non fu immediata, ma non si fece attendere troppo.
TOC TOC.
“Bene” pensò Lio “Siamo ancora vivi entrambi.”
Impossibile tuttavia prevedere per quanto.
Il sonno fu rapido e burrascoso. Nidhogg venne di nuovo attaccata e Zero morì per l'ennesima volta. Lio si chiese se quel dramma lo avrebbe accompagnato per tutte le notti della sua vita, mentre entrava nel laboratorio di Derek.
L'Alchimista lo accolse sorridendo. Si conoscevano solo da pochi giorni, ma il passato comune li aveva resi già amici fraterni. Quella mattina continuarono a lavorare scambiandosi storie del passato di Nidhogg.
“Hai detto che sei di West Braxis, giusto? Quando c'ero io i clan ancora non avevano un nome, ma si distinguevano colorando i vestiti. Di che colore è West Braxis?”
“Giallo” rispose Lio, tenendo gli occhi sul lavoro.
“Ah! I gialli! Ricordo che a quelli piaceva stare sui tetti, e infatti erano degli assi a difendersi.”
“Infatti il nostro quartiere lo difendevamo con dei cecchini sui tetti.” rispose Lio, annuendo. Era incredibile quanto il passato semi-sconosciuto di Nidhogg avesse influito sull'organizzazione recente dei clan.
“I più rognosi in assoluto erano i blu” riprese Derek “come si chiamano adesso?”
“Down Town Warriors” rispose Lio “O meglio, una parte di loro è blu e si chiama così. Una volta erano un grande clan, molto pericoloso, ma in seguito per divergenze interne si è diviso in tre: Down Town Warriors, Down Town Killers azzurri e Down Town Fighters azzurri molto chiari. Non sono più tanto pericolosi, visto che passano tutto il tempo...” Lio si interruppe. “Passavano...passavano tutto il tempo a combattersi a vicenda.”
Derek notò che Lio si era rabbuiato nel pronunciare quell'ultima frase.
“Pensi che ci sia ancora qualcuno vivo su Nidhogg?” chiese, dopo lunghi attimi di silenzio.
“Ho visto molti dei miei fratelli morire sotto i miei occhi. La mia casa è crollata e il mio clan è distrutto. Ho perso tutto. Mi sono rimasti solo gli incubi.”
Derek lo fissò, preoccupato. “Mi dispiace...”
“Ma io sono il King di West Braxis, e lo sarò finché ho fiato in corpo. Non so ancora come farò, ma stai certo che chi ci ha sfidati se ne pentirà. Dovesse costarmi la vita, avrò la nostra vendetta.”
L'Alchimista ora era decisamente più allarmato dal tono di Lio “Ragazzo, non so cosa ti sei messo in testa, ma morire tentando di vendicarti non porterà...”
Fu interrotto dalle porte che si aprivano. Le enormi sagome dei due Marine entrarono nel laboratorio, per poi fare largo alla persona che stavano scortando.
“La situazione è intollerabile” esordì il Magistrato, fissando severamente Lio e Derek.
Lio strinse i denti così forte da farli stridere. Era lì, a pochi passi da lui. L'istinto gli suggeriva di prendere il pestello per l'Hubcum e sbatterglielo sul muso fino ad affossargli la faccia, ma in quel caso i Marine lo avrebbero neutralizzato ancora prima avvicinarsi al suo obbiettivo.
“Mi hai chiesto strumenti, e io te li ho dati” riprese il Magistrato, rivolto a Derek “mi hai chiesto tempo, e io te l'ho dato. Hai detto che solo su Nidhogg sapevano come realizzare un Hub di qualità, e io ti ho portato un esperto direttamente da lì. Perché allora le dosi di ieri erano scadenti come al solito?”
“Se pensi che realizzare Hub sia un processo semplice, sei libero di venire qui e farlo da solo. È impossibile creare un carico perfetto, e come il ragazzo mi ha confermato, da Nidhogg uscivano solo le dosi migliori.”
Lio distolse lo sguardo. Era un bluff, ma Derek era calmo e tranquillo nel parlare. Forse se la sarebbero bevuta.
“Quindi è questo il meglio che riesci a fare?” chiese il Magistrato, spazientito.
“Per ora sì. Affinando la tecnica miglioreremo. E continueremo a farlo, se ora ci lasciate lavorare”
“Molto bene allora” concluse il loro carceriere “se questo è il massimo della qualità che puoi darmi, allora prendere un prigioniero da Nidhogg è stato perfettamente inutile. Eliminatelo.”
Lio rimase col fiato sospeso a sentire quelle parole. Guardò i soldati, e capì al volo che non aspettavano altro.
Il Marine che si occupava quotidianamente di lui lo sollevò e lo sbatté sul banco da lavoro, rovesciando tutti gli strumenti che vi si trovavano. Dapprima lo stordì sbattendogli violentemente la testa sul piano, poi gli strinse le mani alla gola.
“Guardami bene” disse, schiumando di rabbia.
Lio tentò di reagire, ma il nemico era molto più forte di lui. Non c'era via di scampo.
“Lui mi serve” disse Derek, ostentando sicurezza “È un ottimo aiutante. E conosce già tutto il procedimento, un aiuto può solo accelerare il mio lavoro.”
Il Magistrato guardò Derek di sbieco, poi sollevò una mano. Il Marine, controvoglia, mollò la presa, lasciando Lio ad annaspare in cerca di aria.
“Avete tre giorni di tempo” ordinò il Magistrato, mentre i Marine uscivano dalla stanza “Se non riuscite a realizzare delle dosi efficaci, mi sbarazzerò di entrambi voi.”
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