lunedì 28 luglio 2014
12. Fuga
“Devi essere il più grande idiota mai nato!”
“Ma se il pannello posteriore si toglie senza problemi, perché avrei dovuto farmene per quello anteriore?”
“Perché c'è un maledetto sistema di allarme per quello anteriore!”
“Se lo avessi saputo prima, magari non lo avrei fatto!”
“SE TU MI LASCIASSI IL TEMPO DI PARLARE, MAGARI TE LO AVREI DETTO!”
Lio e la ragazza continuavano a litigare, ignorando l'allarme che risuonava per tutto l'Incrociatore. In caso di cattura, il Magistrato avrebbe sicuramente fatto in modo che episodi del genere non si ripetessero mai più. A qualsiasi costo.
“Va bene, adesso smettila!” urlò la ragazza “Non c'è più niente da fare. Dobbiamo farlo adesso.”
“Cosa?!?”
“SCAPPIAMO ADESSO!”
Lio rimase completamente spiazzato. Seguire la ragazza nella sua fuga avrebbe mandato a monte i suoi piani; tuttavia, non seguirla sarebbe potuto costargli la vita.
“Veloce, seguimi!” ordinò lei, spazientita.
Lio fece qualche passo verso di lei, poi si arrestò.
“Il cuscino!” Se doveva fuggire da lì, non lo avrebbe fatto senza Hub.
Lesto, strappò via i fili dalla cassetta della chiave magnetica. Subito la porta andò in cortocircuito, e fu possibile forzarla a mani nude.
“Perdi tempo per qualche stupida dose?” lo riproverò la ragazza seguendolo.
“Se qualche stupida dose finisce in mano al Magistrato, tanto vale fuggire” rispose Lio, afferrando il guanciale “E poi questa roba ci servirà. Vedrai.”
Col cuscino sotto al braccio, Lio iniziò così la sua fuga, seguendo passo passo la ragazza; era evidente che da tempo stava studiando il modo migliore per attraversare la nave, in quanto ogni svolta che prendevano li portava in un corridoio privo di porte o difese. Tutto ciò che incontrarono lungo il tragitto fu qualche membro dell'equipaggio troppo sorpreso per poterli ostacolare.
“Eccoci!” esclamo la ragazza, indicando davanti a sé “questo è il punto dove devi aiutarmi!”
“Cosa devo fare?” chiese Lio, vedendo una grande porta metallica che sbarrava la loro strada.
“Ci sono due serrature qui, dobbiamo scassinarle contemporaneamente.”
“Ma io so a mala pena come...”
“Stai zitto e sfasciala! Tanto l'allarme è già partito!”
Lio non se lo fece ripetere; afferrò la scatola della serratura e la tirò a sé con tutte le sue forze, rompendola. Afferrò quindi i cavi all'interno e attese che la sua compagna facesse altrettanto.
“Ok, tre due uno...strappa!”
La rottura non fu esattamente coordinata, e infatti la porta dapprima si aprì, poi si richiuse, poi si riaprì, ed infine rimase aperta per metà. Ma tanto bastava per lasciarli passare.
“Hai strappato troppo presto!” lo riprese subito la ragazza.
“Tu hai strappato troppo tardi, semmai!” rispose acidamente Lio “E poi che ti importa, possiamo passare!”
“Esatto” rispose la ragazza, osservando al di là della porta “adesso distrailo.”
“Distraggo chi?” chiese Lio, volgendo anche lui lo sguardo.
Vide uno dei Marine che lo pestavano nei primi giorni di prigionia correre verso di loro, in fondo al corridoio dall'altra parte della porta.
“Oh cazzo!” esclamò Lio “E come dovrei distrarlo?”
Non ricevette risposta. Si voltò verso la ragazza, ma lei non era più al suo posto. Sparita.
“Oh merda, non adesso...” disse a se stesso, vedendo il Marine che ormai raggiungeva la porta a tutta velocità. Avrebbe dovuto affrontarlo da solo, armato solamente di un cuscino.
“La tua fuga finisce qui, stronzetto!” urlò il Marine superando la porta. Aveva spalle così larghe da essere costretto a passare di profilo tra le porte bloccate.
L'enorme mano del soldato si avventò sulla testa di Lio, che la schivò per un soffio buttandosi a terra. Il Marine sfruttò con estrema rapidità quella posizione, pestando uno dei lembi della larghissima maglietta del prigioniero.
“Ora di' buonanotte!” ringhiò il Marine, caricando il pugno destro. Lio era certo che il colpo gli avrebbe staccato la testa di netto.
A quel punto, la ragazza apparve.
Si era aggrappata, non vista, al neon che illuminava il corridoio. Non appena la posizione fu propizia, fece cadere le gambe attorno alla testa del Marine, stringendolo con tutte le sue forze.
Il soldato fu preso totalmente alla sprovvista, tanto che non si accorse di chi o cosa lo avesse catturato; la ragazza ebbe il tempo così di compiere un avvitamento, sfruttando la presa sul lampadario.
Un sonoro CRACK. Poi l'enorme massa di muscolo cadde flaccidamente a terra.
Lio era abituato a vedere uomini morire davanti ai suoi occhi. Tuttavia, per un istante, rabbrividì.
“Merda, gli hai...” si fece sfuggire, arretrando un po'.
“Rotto il collo, sì” concluse la ragazza atterrando dal soffitto. Si piegò in avanti per riprendere fiato, dato che lo sforzo acrobatico era stato gravoso.
“Uccidere un militare ci rende dei nemici, oltre che dei fuggiaschi. Quindi ora non si limiteranno a catturarci e a seviziarci come facevano prima. Ora ci uccideranno a vista.” constatò lei, rifiatando “In una parola: corri!”
Schizzarono entrambi oltre la porta e raggiunsero la fine del corridoio; scesero una scala e da lì si trovarono di fronte a una lunga fila di portelli metallici: gli ingressi per le navette di salvataggio.
“Ce ne andremo con una di queste. Il percorso che abbiamo fatto dovrebbe aver ingannato la maggior parte delle guardie, visto che fino all'ultimo abbiamo puntato alla parte opposta della nave. Ma il tempo non ci è amico, dobbiamo squagliarcela subito!” disse la ragazza, concentrandosi sulla serratura di uno dei portelloni di emergenza.
“Maledizione!” esclamò Lio portandosi una mano alla fronte “Derek! Non possiamo lasciarlo qui!”
“Scordatelo” lo freddò subito lei “siamo arrivati fin qui per miracolo, è impossibile tornare indietro se ci tieni alla pelle!”
Lio avrebbe voluto rispondere, avrebbe voluto dire che preferiva morire piuttosto che lasciare Derek da solo, a pagare per le conseguenze della sua fuga. Ma non parlò. Il sangue gli si era gelato nelle vene, nel sentire il minaccioso suono di passi rapidi che scendevano la scala da cui erano giunti anche loro.
“LI HO TROVATI!” tuonò il secondo Marine, colui che aveva controllato e servito Lio per tutti gli ultimi giorni.
“Merda!” imprecò la ragazza, lasciando l'opera di scassinamento “Dammi una mano, questo non posso sorprenderlo! Forse in due abbiamo qualche possibilità!”
“Ho un'idea migliore” rispose Lio, strappando il cuscino lungo il lato corto “Distrailo.”
La ragazza lo notò armeggiare all'interno del guanciale, quindi si limitò ad aggiungere “Sbrigati.”
Mentre lei si avventava sul soldato, Lio ricaricava la siringa vuota, usata sulla ragazza il giorno prima, con una fialetta di Hub Zero.
La ragazza tentò di fermare il Marine, ma lui era quasi tre volte più grande.
“Non sei tu che voglio, cagna!” sbraitò l'energumeno, assestando un manrovescio così forte da spazzare via la sua avversaria e farla cadere a terra inerte.
“Cazzo, sbrigati!” bisbigliò Lio, mentre le ultime gocce di denso Hub fluivano nella siringa.
Il Marine lo aveva puntato, e già camminava verso di lui con rabbia.
Il passaggio fu completato e Lio richiuse la siringa.
Il Marine ormai incombeva su di lui.
Lio iniettò la droga in vena. Chiuse gli occhi mentre sentiva l'Hub fluire in ogni capillare del suo corpo.
Quando riaprì gli occhi, il mondo non era più lo stesso.
Sembrava che tutto fosse stato sommerso da una valanga di melassa. Anche il corpo di Lio appariva rallentato, rispetto alla velocità con cui percepiva l'ambiente attorno a sé.
Il Marine giunse e tirò un pugno a piena potenza diretto al volto di Lio. Gli fu sufficiente acquattarsi di poco perché il colpo andasse a vuoto.
È così che vedevi il mondo, Zero?
Da quella posizione, Lio poteva preparare con tutta calma un contrattacco: mirando al mento del Marine, saltò e tirò un montante.
La potenza del colpo stupì Lio stesso. Si ritrovò a mezz'aria, ad osservare l'espressione inebetita del Marine, mentre schegge dei suoi denti schizzavano fuori dalla bocca; il colpo era stato così potente da farli spezzare tra loro.
Mentre il soldato si massaggiava il volto dolente, Lio infierì, buttandosi su di lui e accompagnando la testa a terra con una mano. Il forte impatto stordì ulteriormente il soldato, e probabilmente ne fratturò il cranio.
Lio si osservò le mani e le braccia, mentre il Marine tossiva e gorgogliava suoni indistinti dalla sua bocca distrutta. Le vene di tutto il corpo erano affiorate per effetto dell'Hub Zero, e ora sembravano una ragnatela pulsante.
Lio strinse i pugni.
“Com'è che dicevi sempre?” chiese, rivolgendosi al Marine “Ah sì: guardami bene.”
Afferrò di scatto la testa del soldato e affondò con estrema facilità i pollici nei suoi bulbi oculari.
Accecato, tutto ciò che poté fare il Marine fu portarsi le mani al volto e mettersi a urlare.
La ragazza fissava la situazione attonita.
“Apri quella porta” intimò Lio.
Lei non se lo fece ripetere, e si avventò sulla serratura. In pochi istanti il portello era aperto.
Lio, con calma, recuperò il suo cuscino. Poi afferrò il Marine per i buchi che aveva al posto degli occhi, e iniziò a tirarselo dietro, cosa che fece urlare ancora di più il soldato. I colpi che riusciva a tirare alla ceca alle gambe di Lio parevano essere totalmente inefficaci.
Arrivato alla navetta di salvataggio, Lio mollò il corpo martoriato metà fuori e metà dentro la porta.
“Ora richiudi.”
“Ma...”
“Richiudi.”
Il portello si richiuse di scatto, tranciando di netto ogni ostacolo. Le urla cessarono.
“Questa navetta è vecchissima. Speriamo che non cada a pezzi.”
La ragazza si era piazzata al comando, mentre Lio osservava da un oblò l'Incrociatore che si allontanava.
“Tornerò a prenderti, Derek. È una promessa.”
La navetta partì a piena velocità. Dovevano allontanarsi il più possibile, dato che l'Incrociatore era una nave da guerra di tutto punto, e avrebbe potuto abbatterli in pochi attimi.
“E ora? Dove siamo diretti?” chiese Lio.
“Ovunque ci possa portare questa carretta” rispose la ragazza “cioè non molto lontano.”
“E dove? Quelli ci inseguiranno!” proseguì a chiedere Lio, nervoso.
“Direi che quella è la destinazione migliore a nostra disposizione.”
Lio guardò avanti. Vide un pianeta, munito di una grandissima luna, coprire parzialmente la splendente stella vicina, attorno alla quale evidentemente ruotava il pianeta stesso.
“Che posto è?”
“Siediti e allaccia le cinture. Tra poco lo scopriamo.”
Lio eseguì, mentre il pianeta, avvicinandosi, si faceva sempre più grande.
“Ok, tra poco entriamo nell'atmosfera. Tieniti forte.”
Lio non era abituato ai viaggi nello spazio, quindi si aggrappò al sedile, inquieto. La nave, evidentemente, era meno pronta di lui.
L'ingresso nell'atmosfera causò un sobbalzo. Tanto bastò a mandare in tilt l'intero sistema.
“Merda!” sbottò la ragazza.
“Che succede?” chiese Lio in preda all'ansia.
“È saltato tutto! Siamo in balia della gravità!”
“COSA? MA COSÌ CI SCHIANTEREMO!!!”
“Lo so, genio! La navetta è fatta apposta per resistere agli impatti...a patto che sia più solida fuori di quanto lo fosse il sistema di controllo!”
Lio era disperato. Era appena sfuggito al Magistrato, per poi morire dentro ad una scatoletta di metallo su un pianeta sconosciuto?
La velocità continuava ad aumentare. I due non poterono far altro che tenersi incollati ai sedili con tutte le loro forze.
Mentre l'esterno della navetta si trasformava in una palla di fumo e fuoco, la ragazza afferrò il braccio di Lio e lo strinse.
“Elysa.” disse “Mi chiamo Elysa.”
Abbiamo raggiunto il giro di boa.
Per il mese di Agosto non verranno pubblicati altri capitoli di WTN, e la storia riprenderà a settembre: un vero e proprio stop mid-season.
So che qualcuno si dispererà per questo (vi voglio bene) e quindi ho deciso di non lasciarvi a bocca asciutta.
Per tutto il mese di Agosto pubblicherò a cadenza fissa (solito giorno, solita ora) dei post ad argomento vario, con ambientazione varia e trama ancor più varia.
Chiamerò questa rubrica "RANDOM MADNESS"
Se poi da questa idea dovesse sbucare qualcosa di buono, potrei coltivare ciò che ho scritto e proseguirlo in una futura storia, perché no. Sarete voi, cari lettori, a decidere.
Vi invito a seguire la pagina facebook e il mio profilo twitter per rimanere aggiornati sulle uscite. I link li trovate qui a lato, come sempre.
Grazie della vostra attenzione e del vostro interesse.
Enjoy.
#WelcomeToNidhogg
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