La testa di Lio era travolta dalle domande. Chi era quella ragazza? Cosa ci faceva su quella nave? Come sapeva tutte quelle cose sull'Hub?
La ragazza non parlava. Sembrava che quanto detto da Lio la avesse profondamente scossa.
“Mi vuoi parlare?” insistette Lio “Mi vuoi dire cosa sai? E perché diavolo ti hanno ridotta così?”
“Mi hanno ridotta così perché mi hanno beccata fuori dalla cella” rispose di scatto, con rabbia, ma senza rivolgere lo sguardo a Lio “Che stupida.”
“E che ci facevi fuori dalla cella?” continuò ad incalzare Lio.
“Non ho intenzione di rivelarti nulla. Meno sai meglio è.” chiuse aspramente lei.
Lio perse le staffe.
“PIANTALA DI FARE LA STRONZA, CAZZO! Ti ho appena salvato la pelle!”
“Salvato la pelle? Potevi uccidermi con l'Hub”
“E io come facevo a saperlo? Come cazzo pretendi che sappia le cose se non me le dici?”
“Potevi immaginartelo, non ci vuole un genio! Maledizione, inietti droga a chiunque ti capiti davanti senza sapere se potresti fare di peggio?”
“Fare di peggio? Non respiravi e perdevi battito, cosa cazzo potevo fare di peggio?”
Andarono avanti a litigare per diversi minuti. Quando finalmente rimasero senza fiato, la ragazza tentò di calmare le acque.
“Ok, senti, diamoci una calmata prima che qualcuno venga a controllare e ci scopra.” gli disse, facendo cenno con le mani di abbassare il tono “Stiamo prendendo la cosa dal verso sbagliato, sono uscita dalla mia cella in cerca di aiuto, e tu me lo hai dato. Non posso certo lamentarmi.”
“Finalmente cominci a ragionare” sbuffò Lio, sedendosi sul letto.
“Darmi l'Hub alla cieca è stata oggettivamente una cazzata...”
“Ehi!”
“...ma mi hai salvato la vita. Sono in debito con te.”
Lio storse la bocca, ma almeno aveva ottenuto il ringraziamento che voleva.
“Ora dimmi” continuò la ragazza “come hai ottenuto quelle dosi?”
“Senti, così non va” la bloccò Lio, seccato “se vuoi continuare a estorcermi informazioni, sarà il caso che cominci a dirmi qualcosa anche tu. Sono stanco di venire sballottato a destra e a sinistra come una cazzo di bambola. Non so ancora perché sono qui. Almeno tu, puoi dirmi che sta succedendo?”
La ragazza reagì istintivamente male, poi chiuse gli occhi e prese un profondo respiro “E va bene.”
Si sedette accanto a lui “Noi due siamo qui per l'Hub”
“Anche...tu?” si stupì Lio.
La ragazza annuì “Diciamo che ho avuto a che fare con quella droga e, bè, conosco vari modi per trovarla. Ma è molto rara, poche volte in vita mia l'ho vista con i miei occhi...e invece, a quanto pare, è stata proprio questa merda a rovinarmi.”
“Aspetta, tu spacci droga?” chiese Lio.
“Mi hanno catturata nella speranza di estorcermi qualche informazione sull'Hub” continuò lei, ignorandolo “ma ne so molto poco. Vorrebbero che lo producessi pure, ma non saprei nemmeno da dove cominciare. Tutto ciò che so è che ha avuto origine su un merdoso pianeta morto dove buttavano i piccoli delinquenti a morire.”
“Non avrei saputo descriverlo meglio” commentò Lio “è da lì che vengo.”
La ragazza ammutolì.
“Tranquilla, non mi offendo. È proprio un postaccio.”
“Comunque” riprese lei, cercando di ignorare il rossore che le era nato in viso “speravano che io potessi fornire qualche formula di produzione, ma come ti dicevo l'unica fonte che si conosca è...la tua.”
“Sono un fottuto VIP” esordì Lio “Ma perché vogliono sapere tutte queste cose?”
“L'Hub è potente, lo sai meglio di me” rispose la ragazza con tono grave “e il Magistrato lo sa ancora meglio di entrambi noi. Perciò lo vuole per il suo esercito. Sa che, potenzialmente, l'Hub riesce a dare vigore e acuire i sensi di chi lo usa. Migliorandolo, potrebbe diventare un autentico siero dell'invincibilità. E puoi solo immaginare cosa potrebbe fare un uomo simile, con un esercito invincibile...”
Lio sbiancò. Era così palese che si era sentito un idiota a non averlo pensato prima. L'Hub, con cui aveva convissuto per buona parte della sua esistenza, era sì una droga che dava sollievo, ma soprattutto era un dopante; lui stesso ne aveva fatto uso spesso e volentieri prima di una missione difficile o prima di un impegno gravoso. Il Magistrato aveva avuto una giusta intuizione, tentando di ricavarne una fonte di potere. E Lio quel potere lo aveva, nascosto dentro al suo cuscino.
“Dimmi che non glie lo hai dato.” chiese ansiosamente la ragazza.
“Cosa? No, no, accidenti. Derek è un genio della truffa, gli rifila continuamente dosi sporche illudendolo di fare degli enormi sforzi per migliorare.”
“Derek? Sarebbe il vecchietto del laboratorio?”
“Sì, proprio lu...” Lio si interruppe sobbalzando “Ma come diavolo fai a sapere tutte queste cose?!”
“Entro ed esco dove voglio. Sono una brava scassinatrice.” rispose lei sorridendo “Ho girato per tutta la nave, spulciato archivi, spiato attività...insomma, ho raccolto un mare di informazioni. Per esempio, tu ti chiami Lio, giusto?”
Lio si accigliò. Si sentiva preso in giro. “Sì, è giusto. Mentre tu invece ti chiami...?”
“Te lo dirò solo quando saremo fuori di qui” rispose lei; poi si mise in ginocchio sul materasso e fissò Lio con occhi divertiti “e qui viene il bello: ho un piano per fuggire.”
“Così mi ha detto che mi insegnerà ad aprire le porte” disse Lio, pestando le macchie secche di Hubcum nel mortaio.
“E poi?” chiese Derek, facendo lo stesso accanto a lui.
“E poi niente, ha scardinato il muro accanto alla porta, ha armeggiato un po' coi cavi che ha trovato lì e ha aperto; poi se ne è andata, promettendo di tornare stasera”
La ragazza gli aveva fatto promettere di non rivelare niente a nessuno. Ovviamente, Lio aveva raccontato tutto a Derek il giorno successivo.
“Se vuoi sapere la mia opinione ragazzo, è una pessima idea” commentò l'Alchimista, scettico “Evadere vi renderà dei ricercati, e il Magistrato non è tipo da lasciar correre...”
“La penso allo stesso modo” svelò Lio.
“Ma allora perché...”
“La ragazza intende insegnarmi a forzare le serrature di questa nave, e io ho intenzione di imparare a farlo perfettamente. Ma prima di evadere ho un altro compito da svolgere.”
Derek interruppe l'opera, fissando il suo aiutante “Sei sicuro?”
Lio ricambiò lo sguardo, altrettanto cupamente “Entrerò nella camera del Magistrato mentre dorme e lo accoltellerò in faccia fino a renderlo uno scolapasta. Poi spariremo da qui.”
Derek lo guardò di traverso, poi fece spallucce “Bè, in questo caso dovrò unirmi a voi.”
“Ah sì? Bè, sei il benvenuto” commentò Lio.
“Con un magistrato morto, mica posso rimanere qui da solo a fare niente, no? Eheheh!”
La sera arrivò rapida. Lio si fece accompagnare in silenzio alla cella, e altrettanto in silenzio attese che il Marine portasse la cena alla ragazza e poi nella sua cella. Non appena il soldato sparì dal suo raggio visivo, Lio si accostò il più possibile al vetro, in attesa di vedere movimenti provenire dalla cella accanto.
“C'è un bello spettacolo lì fuori?” chiese una voce alle sue spalle.
Lio schizzò in aria, voltandosi di 180 gradi. Col cuore in gola, vide la ragazza al centro della cella, che sghignazzava per lo scherzo riuscito.
“Ma cosa...come...” balbettò Lio.
“Ero nascosta sotto al letto” spiegò lei “Ti aspettavo. Nella mia cella ho lasciato un fagotto tra le coperte. Il Marine ha sicuramente pensato che io stia ancora recuperando la batosta di ieri. Facile no?”
Lio ingoiò lo spavento “Non farlo mai più. E ora mettiamoci al lavoro.”
“Signorsì” rispose lei, scimmiottando un saluto militare.
Si misero al lavoro, smontando il pannello metallico che nascondeva i cavi della serratura. Alla vista, il muro era perfettamente inviolabile, eppure la ragazza sapeva con precisione millimetrica dove fare pressione, dove tirare e dove rompere qualcosa se necessario.
“Ieri era più facile” disse lei.
“Ieri eri più forte” rispose Lio, pensando all'Hub.
Una volta fatto, arrivò la parte complicata.
“Ok, novellino, guarda bene, perché fare questa cosa dall'altro lato, a scatola chiusa, è molto più difficile.”
Dopo un paio di minuti la testa di Lio era già in procinto di esplodere, in seguito alla valanga di nozioni su induzione magnetica, trasmissione, cavi rossi, cavi verdi e quant'altro.
“...ed infine, ti basta far passare velocemente la limetta di qui.” concluse la ragazza. Nel mostrare l'azione da compiere, le porte si aprirono.
“Usciamo, tu proverai da fuori”
“Come? Da fuori? Ma io non so...”
“Non fare il bambino, puoi benissimo cominciare da lì” lo incoraggiò, spingendolo fuori prima che le porte si richiudessero automaticamente.
“Ok, allora...” iniziò a borbottare Lio, studiando la scatoletta dove prendeva alloggio la chiave magnetica.
“Se ti può essere d'aiuto, ti è andata bene. Questo è un Incrociatore, su una nave prigione le serrature sarebbero state impossibili.”
“Oh, allora sarà una passeggiata,” commentò Lio, ironico “dunque, partiamo da...”
“No. Devi partire da sotto.”
“Ah ok, allora sotto...”
“Metti la limetta nell'altro verso.”
“Ci stavo arrivando, calmati. Quindi ora faccio contatto qui e...”
“Vacci piano, non vorrai staccare un cavo e mandare in corto il sistema!”
“Senti ma se semplicemente togliessi il pannello anteriore? Almeno vedo quello che faccio, dopotutto ho appena iniziato” sbottò Lio, afferrando il dispositivo.
“Ma...cosa fai? NO!”
Troppo tardi. Lio strattonò il pannello e quello si staccò.
“Oh, fantastico...” commentò Lio, vedendo luci rosse iniziare a lampeggiare ad ogni angolo del corridoio.
Una sirena risuonava per tutta la nave. L'allarme generale era scattato.
Presto l'intero equipaggio sarebbe venuto a prenderli.
Dopo la prossima settimana, probabilmente, la storia andrà in pausa estiva per qualche settimana.
Ma ho altre sorprese in serbo per voi, tranquilli.
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#WelcomeToNidhogg
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