lunedì 24 novembre 2014

22. Reazione

"Hai intenzione di rivolgermi la parola prima o poi?"
Lio non rispondeva. Guardava il pavimento, privo di qualsiasi espressione. Elysa, ad intervalli di alcuni minuti, tentava di risvegliarlo dal suo torpore.
"Lio."
"Lio, dì qualcosa."
"Lio, maledizione, mi fai almeno capire se sei vivo o no?"
"Lio!"
"LIO!"
Nessuna risposta.
Elysa si arrese. Non aveva intenzione di sprecare altro fiato.
Guardò fuori. Erano stati ammanettati e legati ai sedili di una navetta da trasporto, in attesa di una sistemazione più adatta, stando a quanto aveva detto il soldato che li aveva sbattuti lì dopo averli catturati; tuttavia il portellone posteriore era rimasto aperto, per far sì che i prigionieri rimanessero sempre sotto lo sguardo dei soldati di guardia.
Da quella posizione, Elysa poteva vedere buona parte del campo terreste, che aveva già avuto modo di esplorare prima della cattura da parte dei Protoss: erano stati sistemati nell'area dedicata alla fanteria, e infatti il viavai di Marine appiedati era ininterrotto. Talvolta passava anche qualche mezzo corazzato, un cingolato o un enorme robot bipede pesantemente armato. Oltre il limite dei pochi Fiori Arborei risparmiati dalla costruzione dei terrestri, si intravedevano vascelli e navette decollare ed atterrare, da quello che sembrava essere lo spazioporto del campo.
"Hanno un sacco di navette qui" riprese Elysa "e io so pilotare praticamente qualunque cosa. È la nostra migliore occasione per andarcene!"
Lio continuava a non reagire, tenendo lo sguardo basso.
Elysa perse la pazienza.
"Piantala di frignare! Sì, Teraskul è morto e sì, ci ha lasciati nella merda. Pensi di essere l'unico ad aver perso un amico? La mia vita è stata una continua fuga, ho lasciato dietro di me una scia di cadaveri talmente lunga che per anni sono stata convinta di portare una maledizione. Chiunque mi tocca muore, mi ripetevo. Ma la verità è che se qualcuno muore è perché non era abbastanza attaccato alla sua pellaccia! E tu lo sai questo, so che lo sai, perché sei ancora vivo! Morire significherebbe dargliela vinta, e io questo non lo accetto!"
Lio era immobile.
"Smettila di ignorarmi!" lo rimproverò la ragazza calciandolo ad un piede, non potendo avvicinarsi di più "vuoi vivere o no?"
Lio continuò a non fiatare.
"Ti ho chiesto se vuoi vivere o no!" sbraitò Elysa, calciandolo di nuovo.
Lio reagì, limitandosi a fare spallucce.
"Sei peggio di un bambino!" esclamò Elysa stizzita "non so tu, ma io voglio andarmene di qui viva e vegeta. Se il Magistrato viene qui, ci ucciderà, o peggio ci torturerà a morte. E io francamente non me la sento di farmi torturare!"
Lio rimase in silenzio.
Qualcosa fuori si mosse: un Marine, imbracciando il suo fucile, si avvicinò alla navetta, dirigendosi verso il soldato di guardia davanti ad essa.
"Lawrence, a rapporto! Si va in scena!"
La guardia scattò sull'attenti "Agli ordini signore! Qual è la missione, caporale?"
"Il comando ha stabilito che il covo Zerg deve essere eliminato, con tutto quello che contiene. Le forze aeree sono già sul posto, distruggendo gli obiettivi principali. Toccherà a noi stanare quelli più piccoli e fare piazza pulita. Unisciti alla tua squadra."
"Ma signore, ora sono di guardia ai prigionieri del magistrato, ho l'ordine di stare qui fino a che i suoi uomini non verranno a prelevarli."
"Gli ordini del comando vengono prima di quelli di un magistrato esterno, soldato. Il magistrato troverà i suoi prigionieri qui impacchettati quando arriverà, non è un problema che ci riguarda. Ora esegui i tuoi ordini!"
"Signorsì!"
Entrambi i Marine se ne andarono a passo svelto, come molte altre squadre di militari in movimento poco più in là.
"Siamo soli!" esultò Elysa "E il nostro momento!"
Un secondo dopo, le sue manette caddero. A mani libere, anche sbarazzarsi della catene che la legavano al sedile fu semplice.
"Questi soldati non sanno con chi hanno a che fare, altrimenti ci avrebbero ingabbiati molto più strettamente!" continuò Elysa esaltata, armeggiando con le manette di Lio "Queste manette potrei aprirle anche ad occhi chiusi. Fatto, sei libero."
Mentre le catene di Lio cadevano, Elysa si portò vicino al portello aperto della navetta, osservando i movimenti all'esterno.
"Nessuno bada a noi. Dobbiamo svignarcela prima che arrivi qualcuno!"
Lio non rispondeva. Continuava a tenere lo sguardo fisso a terra.
"Ma la smetti? Svegliati, insomma! Reagisci!" urlò Elysa, scuotendolo "Mi serve il tuo aiuto per scappare! Non posso continuare a fare tutto io!"
Lio non si smosse.
Elysa stava prenderlo a schiaffi.
"Io mi sono stufata" sbottò la ragazza "Finora sono sempre stata io a organizzare la fuga, ad esplorare il campo, ad organizzare tutto. Ne ho abbastanza. Sei tu quello che ha promesso a Derek di recuperarlo, no? E allora muovi il culo! Stavolta fallo tu il piano!"
Lio sollevò gli occhi. Lo sguardo era iniettato di sangue.
"Ok."

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