Lio chiuse gli occhi e strinse bene la presa. Un capogiro lo aveva colto impreparato, causato dalla stanchezza che andava accumulando da parecchio.
Guardò in alto. La vetta del Fiore Arboreo era a pochi metri.
Poi volse lo sguardo verso terra: il Templare Oscuro Teraskul, in compagnia di due suoi sottoposti, osservava la scalata di Lio.
"È tutto a posto, King Lio?" domandò il Templare. Era l'unico che appariva interessato alla peripezia di Lio, dato che i suoi soldati nemmeno si degnavano di alzare lo sguardo, preferendo starsene fermi a braccia conserte.
"Sì" rassicurò Lio, senza perdere la concentrazione sull'obbiettivo "Non preoccuparti. Un minuto ed è fatta."
Detto ciò strinse i denti, e riprese la scalata.
Quando lui ed Elysa erano stati rapiti da Taxanok, Lio non si era premurato di afferrare il guanciale che tanto si era tenuto stretto fino a quel punto. Quindi, presumibilmente, il cuscino, così come il suo prezioso contenuto, si trovava ancora lì, sulla cima del Fiore Arboreo.
Lio sperava vivamente di ritrovare tutto lì dove lo aveva lasciato; Elysa, dopo il suo svenimento, era stata presa in cura da una equipe di sapienti Protoss, che tuttavia avevano ammesso di non avere molta dimestichezza con l'anatomia umana. Lio sperava che non venissero presi dalla curiosità e che non prendessero iniziative sul corpo della malcapitata.
Tuttavia, un altro possibile scenario lo spaventava ancora di più: che Elysa si risvegliasse, da sola, completamente in balia dei medici alieni. In quel caso, nulla avrebbe potuto salvarlo: la ragazza lo avrebbe strozzato con le sue mani per averla messa in quella situazione. Ormai la conosceva abbastanza da prevedere le reazioni del suo burrascoso carattere.
Un attimo prima di salire l'ultimo gradino che lo separava dalla vetta, rabbrividì al pensiero di non trovare più l'Hub che aveva conservato a rischio della vita. Per Elysa sarebbe stata una sentenza di morte.
Fortunatamente, quel timore svanì un istante più tardi.
"È qui!" urlò ai soldati Protoss che lo attendevano al suolo. Ansioso, Lio si issò sulla pianta, afferrò il cuscino e ne rovistò l'imbottitura.
"Merda." imprecò. Solo una fiala di Hub Zero, più qualche altra dose di Hub sporco. Sarebbe bastato per salvare Elysa, ma non per il futuro.
La discesa fu lesta.
Non appena Lio toccò terra, la variegata squadra si incamminò per raggiungere l'avamposto Protoss.
"Quella strana bisaccia contiene la miracolosa cura per la tua compagna di viaggio?" chiese Teraskul.
"Diciamo di sì" rispose Lio "Anche se questa non è una bisaccia, e non si tratta proprio di una cura."
"Di che si tratta?" chiese uno dei soldati.
Lio rispose, lieto di aver suscitato finalmente un po' di interesse "È un preparato naturale, di nome Hub. È possibile realizzarlo solo con una muffa originaria di Nidhogg, il mio pianeta."
"E questo preparato, che poteri ha?" chiese di nuovo i Protoss.
"Bè, acuisce i sensi e potenzia i muscoli. Per un po', dopo averlo usato, sei quasi invincibile. Tuttavia, una volta utilizzato è... ehm... molto difficile farne a meno. Impossibile, in effetti. Elysa ne ha bisogno ora."
"Accettate di diventare schiavi di una sostanza?" il Protoss era disgustato "Una tale spregevole condizione può essere accolta solo da creature inferiori e grette come..."
"Basta così, zelota!" lo ammutolì Teraskul. Appena in tempo, dal momento che Lio era pronto a reagire in malo modo.
"Le abitudini dei terrestri non sono di alcun interesse per noi. Tutto ciò su cui ti devi concentrare è la battaglia contro..."
Teraskul si interruppe. Tutti e tre i Protoss si fermarono, con lo sguardo fisso di fronte a loro.
"Che c'è?" chiese Lio, guardandoli confuso.
"Le truppe terrestri." disse Teraskul.
"Un contrattacco!" esclamò un soldato, agitato "La nostra base è sotto pesante offensiva!"
"Corriamo al campo!" ordinò Teraskul.
I Protoss scattarono in avanti. Teraskul afferrò Lio per un braccio, e, in un istante, il ragazzo si trovò con le gambe all'aria, trascinato via come una banderuola.
Lio si sbalordì per la velocità con cui i Protoss stavano correndo. Le loro lunghissime gambe permettevano falcate inimmaginabili per un uomo, e nonostante l'ostacolo degli alberi-fiore raggiunsero il campo aperto in pochissimo tempo.
Allo sbocco della foresta, lo spettacolo era disarmante.
La base era sotto attacco. Mezzi corazzati, più o meno pesanti, abbattevano le strutture dorate dei Protoss, aprendo la strada alla fanteria; i Marine correvano in ogni angolo, trincerandosi tra le rovine dei palazzi distrutti, al coperto dai colpi dell'esercito Protoss; questi ultimi rispondevano con dei carri quadrupedi, equipaggiati con cannoni che sparavano proiettili sferici e luminosi. In cielo, astronavi di ogni foggia e dimensione si rincorrevano, sparando e precipitando quando colpite, riempiendo l'aria di fuoco e scintille. La foresta bruciava.
I due accompagnatori di Teraskul estrassero le lame laser e scattarono in avanti, urlando all'unisono "LA MIA VITA PER AIUR!"
Lio rimase impietrito di fronte a quella visione: i ricordi dello sterminio del clan, su Nidhogg, riaffiorarono più vivi che mai. Come allora aveva perso la sua famiglia, ora stava perdendo la possibilità di mantenere le sue promesse.
Cadde in ginocchio.
Serrò gli occhi.
Era troppo per lui.
"Lio!" urlò Teraskul, scuotendo il corpo accasciato del ragazzo.
Lio piagnucolava e si stringeva la testa fra le mani. Lo stress aveva raggiunto il punto critico.
Due Marine uscirono da dietro i loro ripari e li videro. Corsero tra i rottami e si posizionarono per colpirli.
"È il prigioniero di Nidhogg! È in combutta coi Protoss!"
"Fuoco!"
Una scarica di colpi partì, in direzione di Lio e Teraskul.
Il templare oscuro si piazzò in piedi davanti al suo protetto, appena prima che i colpi arrivassero.
"Teraskul..." urlò Lio, nel fragore dei colpi.
Una serie ti ticchettii metallici.
I proiettili si infransero a mezz'aria, a pochi centimetri dal petto del Protoss.
"Dobbiamo abbattere gli scudi! Ricarica!" ordinò uno dei soldati, apprestandosi a cambiare il caricatore del suo fucile.
Teraskul, in pochi attimi, si avvolse in un manto di fumo scuro. Nello spazio di un secondo, il vento soffio via il fumo, ma del Protoss non c'era più traccia.
"Cosa...dove..." bofonchiò il soldato più giovane dei due.
Lio, sorpreso quanto loro, vide balenare un lampo verde sull'armatura di un dei Marine.
Poi sull'altro.
In un brevissimo turbine di fumo, il Templare Oscuro riapparve in mezzo ai due soldati, con un'enorme lama verde elettrica che scendeva dal suo braccio lungo tutto il corpo.
Dopodiché i Marine caddero a terra, tagliati in due all'altezza della vita.
"Svelto, King di West Braxis!" esclamò Teraskul "Dobbiamo andare!"
Poi volse lo sguardo verso terra: il Templare Oscuro Teraskul, in compagnia di due suoi sottoposti, osservava la scalata di Lio.
"È tutto a posto, King Lio?" domandò il Templare. Era l'unico che appariva interessato alla peripezia di Lio, dato che i suoi soldati nemmeno si degnavano di alzare lo sguardo, preferendo starsene fermi a braccia conserte.
"Sì" rassicurò Lio, senza perdere la concentrazione sull'obbiettivo "Non preoccuparti. Un minuto ed è fatta."
Detto ciò strinse i denti, e riprese la scalata.
Quando lui ed Elysa erano stati rapiti da Taxanok, Lio non si era premurato di afferrare il guanciale che tanto si era tenuto stretto fino a quel punto. Quindi, presumibilmente, il cuscino, così come il suo prezioso contenuto, si trovava ancora lì, sulla cima del Fiore Arboreo.
Lio sperava vivamente di ritrovare tutto lì dove lo aveva lasciato; Elysa, dopo il suo svenimento, era stata presa in cura da una equipe di sapienti Protoss, che tuttavia avevano ammesso di non avere molta dimestichezza con l'anatomia umana. Lio sperava che non venissero presi dalla curiosità e che non prendessero iniziative sul corpo della malcapitata.
Tuttavia, un altro possibile scenario lo spaventava ancora di più: che Elysa si risvegliasse, da sola, completamente in balia dei medici alieni. In quel caso, nulla avrebbe potuto salvarlo: la ragazza lo avrebbe strozzato con le sue mani per averla messa in quella situazione. Ormai la conosceva abbastanza da prevedere le reazioni del suo burrascoso carattere.
Un attimo prima di salire l'ultimo gradino che lo separava dalla vetta, rabbrividì al pensiero di non trovare più l'Hub che aveva conservato a rischio della vita. Per Elysa sarebbe stata una sentenza di morte.
Fortunatamente, quel timore svanì un istante più tardi.
"È qui!" urlò ai soldati Protoss che lo attendevano al suolo. Ansioso, Lio si issò sulla pianta, afferrò il cuscino e ne rovistò l'imbottitura.
"Merda." imprecò. Solo una fiala di Hub Zero, più qualche altra dose di Hub sporco. Sarebbe bastato per salvare Elysa, ma non per il futuro.
La discesa fu lesta.
Non appena Lio toccò terra, la variegata squadra si incamminò per raggiungere l'avamposto Protoss.
"Quella strana bisaccia contiene la miracolosa cura per la tua compagna di viaggio?" chiese Teraskul.
"Diciamo di sì" rispose Lio "Anche se questa non è una bisaccia, e non si tratta proprio di una cura."
"Di che si tratta?" chiese uno dei soldati.
Lio rispose, lieto di aver suscitato finalmente un po' di interesse "È un preparato naturale, di nome Hub. È possibile realizzarlo solo con una muffa originaria di Nidhogg, il mio pianeta."
"E questo preparato, che poteri ha?" chiese di nuovo i Protoss.
"Bè, acuisce i sensi e potenzia i muscoli. Per un po', dopo averlo usato, sei quasi invincibile. Tuttavia, una volta utilizzato è... ehm... molto difficile farne a meno. Impossibile, in effetti. Elysa ne ha bisogno ora."
"Accettate di diventare schiavi di una sostanza?" il Protoss era disgustato "Una tale spregevole condizione può essere accolta solo da creature inferiori e grette come..."
"Basta così, zelota!" lo ammutolì Teraskul. Appena in tempo, dal momento che Lio era pronto a reagire in malo modo.
"Le abitudini dei terrestri non sono di alcun interesse per noi. Tutto ciò su cui ti devi concentrare è la battaglia contro..."
Teraskul si interruppe. Tutti e tre i Protoss si fermarono, con lo sguardo fisso di fronte a loro.
"Che c'è?" chiese Lio, guardandoli confuso.
"Le truppe terrestri." disse Teraskul.
"Un contrattacco!" esclamò un soldato, agitato "La nostra base è sotto pesante offensiva!"
"Corriamo al campo!" ordinò Teraskul.
I Protoss scattarono in avanti. Teraskul afferrò Lio per un braccio, e, in un istante, il ragazzo si trovò con le gambe all'aria, trascinato via come una banderuola.
Lio si sbalordì per la velocità con cui i Protoss stavano correndo. Le loro lunghissime gambe permettevano falcate inimmaginabili per un uomo, e nonostante l'ostacolo degli alberi-fiore raggiunsero il campo aperto in pochissimo tempo.
Allo sbocco della foresta, lo spettacolo era disarmante.
La base era sotto attacco. Mezzi corazzati, più o meno pesanti, abbattevano le strutture dorate dei Protoss, aprendo la strada alla fanteria; i Marine correvano in ogni angolo, trincerandosi tra le rovine dei palazzi distrutti, al coperto dai colpi dell'esercito Protoss; questi ultimi rispondevano con dei carri quadrupedi, equipaggiati con cannoni che sparavano proiettili sferici e luminosi. In cielo, astronavi di ogni foggia e dimensione si rincorrevano, sparando e precipitando quando colpite, riempiendo l'aria di fuoco e scintille. La foresta bruciava.
I due accompagnatori di Teraskul estrassero le lame laser e scattarono in avanti, urlando all'unisono "LA MIA VITA PER AIUR!"
Lio rimase impietrito di fronte a quella visione: i ricordi dello sterminio del clan, su Nidhogg, riaffiorarono più vivi che mai. Come allora aveva perso la sua famiglia, ora stava perdendo la possibilità di mantenere le sue promesse.
Cadde in ginocchio.
Serrò gli occhi.
Era troppo per lui.
"Lio!" urlò Teraskul, scuotendo il corpo accasciato del ragazzo.
Lio piagnucolava e si stringeva la testa fra le mani. Lo stress aveva raggiunto il punto critico.
Due Marine uscirono da dietro i loro ripari e li videro. Corsero tra i rottami e si posizionarono per colpirli.
"È il prigioniero di Nidhogg! È in combutta coi Protoss!"
"Fuoco!"
Una scarica di colpi partì, in direzione di Lio e Teraskul.
Il templare oscuro si piazzò in piedi davanti al suo protetto, appena prima che i colpi arrivassero.
"Teraskul..." urlò Lio, nel fragore dei colpi.
Una serie ti ticchettii metallici.
I proiettili si infransero a mezz'aria, a pochi centimetri dal petto del Protoss.
"Dobbiamo abbattere gli scudi! Ricarica!" ordinò uno dei soldati, apprestandosi a cambiare il caricatore del suo fucile.
Teraskul, in pochi attimi, si avvolse in un manto di fumo scuro. Nello spazio di un secondo, il vento soffio via il fumo, ma del Protoss non c'era più traccia.
"Cosa...dove..." bofonchiò il soldato più giovane dei due.
Lio, sorpreso quanto loro, vide balenare un lampo verde sull'armatura di un dei Marine.
Poi sull'altro.
In un brevissimo turbine di fumo, il Templare Oscuro riapparve in mezzo ai due soldati, con un'enorme lama verde elettrica che scendeva dal suo braccio lungo tutto il corpo.
Dopodiché i Marine caddero a terra, tagliati in due all'altezza della vita.
"Svelto, King di West Braxis!" esclamò Teraskul "Dobbiamo andare!"

Nessun commento:
Posta un commento