lunedì 27 ottobre 2014
18. Patto
"Sei entrato nella mia testa..."
"Sì. Ho dovuto farlo."
Lio e Teraskul si trovavano ancora faccia a faccia, al centro della città d'oro e cristallo, attorniati da diversi soldati Protoss che assistevano stupiti alla scena.
Eppure, rispetto a pochi secondi prima, la situazione era radicalmente cambiata.
"Se tu fossi stato una spia" spiegò il Templare Oscuro "attraverso il tuo passato avrei capito le tue intenzioni. Un intruso può celare i suoi piani, ma non può nascondersi dai propri ricordi."
Il Protoss chinò la testa, in segno di rispetto "È un onore poter assistere alle gesta di un prode guerriero e un valido comandante come ti sei dimostrato essere, King di West Braxis."
Una parte di Lio era istintivamente terrorizzata: per qualche istante, lo sfiorò la paura che quell'alieno sconosciuto gli avesse fatto una specie di lavaggio del cervello o qualche sorta di trucco per il controllo mentale. Tuttavia, qualcosa in lui lo portava ad avere fiducia; sentiva come se il contatto che avevano avuto poco prima fosse stato reciproco, e Lio aveva in qualche modo percepito l'integrità e l'onore che permeavano lo spirito di Teraskul.
"La tua mente viaggia in luoghi oscuri" continuò Teraskul "ho sentito il peso che ti grava sulle spalle. Mi rammarico per la perdita del tuo popolo."
"Grazie, Teraskul" rispose Lio, sollevato dal non doversi più sentire sotto giudizio.
"Tuttavia, lascia che ti dia un consiglio: la rabbia è un'arma potente, ma colpisce duramente sia gli avversari sia chi la brandisce. Non lasciare che la rabbia e il desiderio di vendetta offuschino il tuo giudizio.
La reazione di Lio fu impulsiva "Le mie decisioni sono un problema mio, Protoss. Tu non sai cosa..." si interruppe, troppo tardi.
"...cosa hai passato? Sì invece, lo so. Me lo hai mostrato poco fa."
Lio distolse lo sguardo.
"Non sei l'unico, a combattere una battaglia coi propri rimorsi." Teraskul si scostò leggermente, indicando dietro di sé. Non lontano, seduto all'ombra di un palazzo rilucente, Taxanok, il cacciatore che aveva catturato Lio ed Elysa, sedeva da solo. Nonostante il volto Protoss fosse privo di espressività, era evidente che il guerriero fosse amareggiato e arrabbiato.
"Taxanok ha una storia non dissimile dalla tua, o da quella di molti altri nobili guerrieri passati, presenti e futuri." spiegò Teraskul "Molti suoi amici e validi seguaci sono periti sotto le orde Zerg e gli attacchi dei terrestri. La rabbia ha preso il sopravvento sul buon senso, e da allora viaggia di pianeta in pianeta cercando di placare la propria sete di vendetta. È un veterano, e la sua esperienza è superiore persino alla mia; potrebbe tranquillamente deporre le armi e assumere il ruolo di Esecutore o di Giudice, ma a causa della sua indomabile collera non può distaccarsi dal suo rango di Zelota."
Lio ebbe un dejavù a sentire quella parola. Una volta Parcox aveva nominato lo stesso termine, spiegandogli qualcosa. Lio si sforzò di ricordare:
Zelota...
Zel.
"Io e quello là non saremo mai amici." dichiarò fermamente Lio. Il nome di Zel derivava proprio dalla parola Zelota. Non avrebbe mai avuto un buon rapporto con qualcuno che gli ricordava uno dei suoi più acerrimi nemici.
"Tu disprezzi Taxanok ancora prima di confrontarti con lui?" chiese stupito Teraskul "Allora siete più simili di quanto entrambi vogliate ammettere."
"Che vuoi dire?" chiese Lio.
"Anche Taxanok ti odia, King di West Braxis. Se non avessi dato specifico ordine di catturarvi vivi, lui vi avrebbe trovati per uccidervi. Non gli serve una motivazione, il solo fatto di essere due umani è una colpa sufficiente a giustificare una sentenza di morte."
Poi Teraskul abbassò lo sguardo. "E anche io ero così."
Lio si ritrasse leggermente a sentire quelle parole "Vuoi uccidermi?"
"Ovviamente no, King Lio. Come ho già detto, ora sei sotto la mia protezione" lo rassicurò il Templare Oscuro "ma in passato, io come Taxanok avrei preferito porre fine alla tua vita piuttosto che interrogarti. Fortunatamente per te, ho avuto modo in passato di conoscere degli umani, che mi hanno aperto la mente e mostrato la stoltezza del mio atteggiamento guerrafondaio."
"Le persone ti cambiano la vita, già." sospirò Lio. "Per questo devo tornare a casa. Devo seppellire ciò che resta della mia famiglia."
"L'armata Protoss è qui con una missione da compiere, King Lio, e le truppe terrestri ci ostacolano. Se il tuo nemico è tra le loro fila, potremmo trarre mutuo vantaggio da un'alleanza."
"Conta su di me." accettò senza indugio Lio. Poi si voltò verso Elysa "La mia compagna è una spia eccezionale. Si è già introdotta nel campo nemico e ne è uscita senza lasciare traccia. Condivideremo le nostre informazioni con voi."
"Eccellente." concluse il Protoss, imponendo la sua mano sulle manette di Elysa, che subito caddero. "In cambio, vi riporteremo a casa. Questa è la mia promessa."
Lio provò finalmente un ormai quasi dimenticato senso di soddisfazione: dopo tante peripezie, finalmente le cose iniziavano ad andare per il verso giusto. Porse una mano da Elysa per aiutarla ad alzarsi.
La ragazza colse l'invito e si mise in piedi.
Per poi cadere a terra un istante dopo.
"Elysa?" chiese Lio, sorpreso.
La ragazza era a terra, priva di sensi.
"Elysa? ELYSA?!" cominciò a urlare Lio, buttandosi accanto a lei tentando di rianimarla.
"Per Aiur, che sta accadendo?" chiese Teraskul, con tono esterrefatto.
"È ferita!" spiegò Lio "Ha perso molto sangue, non mangia quasi niente da giorni e ha compiuto molti sforzi. È..."
Lio si interruppe. Gli occhi della ragazza erano assenti e il respiro affannoso.
"Hub!" urlò "Le serve Hub!!!"
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