Il corteo di Protoss aveva estratto le lame laser ed era pronto all'assalto.
Lio iniziò a sudare freddo.
"Perché mi hai colpito in questo modo?" chiese Teraskul, fissando la propria mano.
"È-è il modo di salutarsi del mio pianeta. N-non è un'aggressione, è un segno di rispetto!" si affrettò a giustificarsi Lio. Elysa, ancora seduta a terra con le mani legate, mugolava parole indecifrabili, probabilmente rivolte al suo compagno di prigionia.
"Capisco." rispose il Templare Oscuro, levando una mano sugli altri, che subito rinfoderarono le armi. Nonostante la stazza e l'aspetto inquietante, sembrava essere ragionevole "Ti sei definito King. Sei forse il leader, là da dove provieni?"
Lio abbassò lo sguardo "Lo ero. Ormai del mio pianeta non rimane che il ricordo."
"Dunque la tua patria è in guerra. E chi è il tuo nemico? Devo considerarti una minaccia per il mio popolo?"
Lio capì che da quell'interrogatorio poteva andare del suo futuro. Se il Protoss lo avesse giudicato ostile, non sarebbe mai uscito vivo da quel campo.
"Non sei tu il mio nemico, stai tranquillo."
"Bada, terrestre" rimarco Teraskull, avvicinando il volto mascherato "Non provare ad ingannarmi. Ogni tua menzogna verrà scoperta, e se necessario punita."
Quando il Protoss parlava, Lio avvertiva uno strano fastidio, una specie di prurito su tutta la superficie del cervello.
"Non ho nulla da nascondere, tempiato."
"Templare" lo corresse Elysa.
"Sì, quello che è. Ti posso garantire che voi siete i primi Protoss che abbia mai visto in vita mia. Non ho nulla contro di te, il mio nemico è oltre la foresta." concluse Lio, indicando alle sue spalle.
"Quindi è una disputa tra umani."
"In un certo senso, sì" confermò Lio.
"Due soli e disarmati nella foresta sono un ben misero esercito da schierare contro il dispiegamento terrestre stanziato qui. La tua battaglia sarà ardua, King di West Braxis."
"Non siamo un esercito, e non siamo in guerra con tutti gli umani. Solo...noi...insomma, la situazione è più complicata di così." tagliò corto Lio.
"Molto bene. Mostrami, allora." propose il Protoss.
"...come scusa?" chiese Lio.
"Hai detto di non avere nulla da nascondere. È giunto il momento di dimostrarlo."
Il Templare Oscuro portò una mano davanti al volto di Lio. Il pizzicore mentale si intensificò, e tra la testa umana e la mano aliena iniziarono a formarsi delle piccole scariche elettriche.
Di colpo, Lio fu catapultato altrove.
Vide se stesso, poco più che ragazzino, che vomitava su un monumento in mezzo alla strada. Era una scena della sua infanzia, quando non era ancora stato portato su Nidhogg.
Era in piedi da solo, accanto al suo alter ego che rigurgitava, in preda a chissà quali postumi.
"Ma cosa..."
Nemmeno il tempo di chiedersi cosa stesse succedendo, e la scena cambiò di nuovo.
Si trovava dentro un modulo di trasporto per i prigionieri. Il suo io più giovane stava scoprendo a proprie spese che la nebbia di Nidhogg uccide i peli del corpo.
"I miei capelli!" urlò spaventato il ragazzino.
"Temo che per quelli sia troppo tardi, ragazzo." rispose una voce, fuori da modulo.
"Chi c'è là fuori?" chiese il giovane Lio, sempre più spaesato.
Una testa fece capolino dentro al modulo. "Ciao, io mi chiamo Joe. Benvenuto su Nidhogg."
Un battito di palpebre dopo, la scena era ancora diversa.
La stanza del King, al Quartier Generale.
"Sei molto bravo Lio. Sono felice che tu sia dei nostri." commentò Parcox, esibendosi in una delle sue gioviali risate.
"Parcox..." fece in tempo a sussurrare il Lio adulto, prima che lo scenario subisse un nuovo cambiamento.
Confine di West Braxis, anni dopo.
"Io ti conosco" balbettava un Lio ormai cresciuto, a mani alzate, davanti ad un Hiver Hit che gli puntava il fucile al petto "T-ti ho risparmiato l'ultima volta che..."
Il fucile del HH vomitò una scarica su Lio, trafiggendogli il petto in più punti.
Le cicatrici di quei colpi bruciarono intensamente, sul corpo dell'attuale Lio.
"LIO!" urlò Fil, correndo in soccorso del compagno, mentre l'HH fuggiva.
Di nuovo nella stanza del King.
"ANDIAMO A FARGLIELA PAGARE!" urlava un Lio convalescente, fasciato da metri e metri bende e col braccio al collo.
"E cosa dovremmo fare, scatenare una guerra?" chiese Parcox, di fronte a lui.
"Sì! Quei bastardi figli di puttana non meritano di vivere un secondo di più! Li abbiamo lasciati prosperare anche troppo!"
"Non posso mettere a repentaglio la vita di tutto il clan in una operazione del genere. Troppa gente morirebbe..."
"Troppa gente MORIRÀ se non spazziamo via subito quella minaccia! Guardami, Parcox! Non so per quale miracolo sono ancora vivo!"
"Sei troppo arrabbiato ora per prendere in considerazione tutte gli aspetti della faccenda." rispose Parcox, pacato.
"Arrabbiato? CERTO CHE SONO ARRABBIATO! Mi hanno sparato addosso!"
"Io no, sai? Non mi sento arrabbiato in questo momento. Anzi, sono felice."
"Felice?!" si sbalordì il Lio passato "come puoi essere felice per questo?"
Parcox lo strinse a sé.
"Sei vivo, maledizione. Ero convinto che ti avrei perso, maledetto idiota."
La voce del vecchio King era rotta dal pianto. Gli occhi di entrambi i Lio si riempirono di lacrime.
Nuovo salto in avanti. Appena fuori dal confine di WB.
“Sei fortunato ragazzino, ti hanno consegnato proprio sulla porta di casa.” chiese Lio ad un giovane prigioniero appena atterrato. Il giovane, pallido e tremante, era a terra inerme. Lio gli porse una mano.
“Chi…chi sei?” chiese Zero, ansimando, senza accogliere l’invito ad alzarsi.
“Mi chiamo Lio, dei West Braxis” rispose “con chi ho l’onore di parlare?”
“Mi chiamano Zero da quando ero un ragazzino.”
“Ma tu sei ancora un ragazzino!”
L'arrivo di Zero. Lio era ormai sopraffatto da tutte le emozioni che quei ricordi gli causavano.
Il giovanissimo Zero si alzò in piedi.
Lio capì che da quell'interrogatorio poteva andare del suo futuro. Se il Protoss lo avesse giudicato ostile, non sarebbe mai uscito vivo da quel campo.
"Non sei tu il mio nemico, stai tranquillo."
"Bada, terrestre" rimarco Teraskull, avvicinando il volto mascherato "Non provare ad ingannarmi. Ogni tua menzogna verrà scoperta, e se necessario punita."
Quando il Protoss parlava, Lio avvertiva uno strano fastidio, una specie di prurito su tutta la superficie del cervello.
"Non ho nulla da nascondere, tempiato."
"Templare" lo corresse Elysa.
"Sì, quello che è. Ti posso garantire che voi siete i primi Protoss che abbia mai visto in vita mia. Non ho nulla contro di te, il mio nemico è oltre la foresta." concluse Lio, indicando alle sue spalle.
"Quindi è una disputa tra umani."
"In un certo senso, sì" confermò Lio.
"Due soli e disarmati nella foresta sono un ben misero esercito da schierare contro il dispiegamento terrestre stanziato qui. La tua battaglia sarà ardua, King di West Braxis."
"Non siamo un esercito, e non siamo in guerra con tutti gli umani. Solo...noi...insomma, la situazione è più complicata di così." tagliò corto Lio.
"Molto bene. Mostrami, allora." propose il Protoss.
"...come scusa?" chiese Lio.
"Hai detto di non avere nulla da nascondere. È giunto il momento di dimostrarlo."
Il Templare Oscuro portò una mano davanti al volto di Lio. Il pizzicore mentale si intensificò, e tra la testa umana e la mano aliena iniziarono a formarsi delle piccole scariche elettriche.
Di colpo, Lio fu catapultato altrove.
Vide se stesso, poco più che ragazzino, che vomitava su un monumento in mezzo alla strada. Era una scena della sua infanzia, quando non era ancora stato portato su Nidhogg.
Era in piedi da solo, accanto al suo alter ego che rigurgitava, in preda a chissà quali postumi.
"Ma cosa..."
Nemmeno il tempo di chiedersi cosa stesse succedendo, e la scena cambiò di nuovo.
Si trovava dentro un modulo di trasporto per i prigionieri. Il suo io più giovane stava scoprendo a proprie spese che la nebbia di Nidhogg uccide i peli del corpo.
"I miei capelli!" urlò spaventato il ragazzino.
"Temo che per quelli sia troppo tardi, ragazzo." rispose una voce, fuori da modulo.
"Chi c'è là fuori?" chiese il giovane Lio, sempre più spaesato.
Una testa fece capolino dentro al modulo. "Ciao, io mi chiamo Joe. Benvenuto su Nidhogg."
Un battito di palpebre dopo, la scena era ancora diversa.
La stanza del King, al Quartier Generale.
"Sei molto bravo Lio. Sono felice che tu sia dei nostri." commentò Parcox, esibendosi in una delle sue gioviali risate.
"Parcox..." fece in tempo a sussurrare il Lio adulto, prima che lo scenario subisse un nuovo cambiamento.
Confine di West Braxis, anni dopo.
"Io ti conosco" balbettava un Lio ormai cresciuto, a mani alzate, davanti ad un Hiver Hit che gli puntava il fucile al petto "T-ti ho risparmiato l'ultima volta che..."
Il fucile del HH vomitò una scarica su Lio, trafiggendogli il petto in più punti.
Le cicatrici di quei colpi bruciarono intensamente, sul corpo dell'attuale Lio.
"LIO!" urlò Fil, correndo in soccorso del compagno, mentre l'HH fuggiva.
Di nuovo nella stanza del King.
"ANDIAMO A FARGLIELA PAGARE!" urlava un Lio convalescente, fasciato da metri e metri bende e col braccio al collo.
"E cosa dovremmo fare, scatenare una guerra?" chiese Parcox, di fronte a lui.
"Sì! Quei bastardi figli di puttana non meritano di vivere un secondo di più! Li abbiamo lasciati prosperare anche troppo!"
"Non posso mettere a repentaglio la vita di tutto il clan in una operazione del genere. Troppa gente morirebbe..."
"Troppa gente MORIRÀ se non spazziamo via subito quella minaccia! Guardami, Parcox! Non so per quale miracolo sono ancora vivo!"
"Sei troppo arrabbiato ora per prendere in considerazione tutte gli aspetti della faccenda." rispose Parcox, pacato.
"Arrabbiato? CERTO CHE SONO ARRABBIATO! Mi hanno sparato addosso!"
"Io no, sai? Non mi sento arrabbiato in questo momento. Anzi, sono felice."
"Felice?!" si sbalordì il Lio passato "come puoi essere felice per questo?"
Parcox lo strinse a sé.
"Sei vivo, maledizione. Ero convinto che ti avrei perso, maledetto idiota."
La voce del vecchio King era rotta dal pianto. Gli occhi di entrambi i Lio si riempirono di lacrime.
Nuovo salto in avanti. Appena fuori dal confine di WB.
“Sei fortunato ragazzino, ti hanno consegnato proprio sulla porta di casa.” chiese Lio ad un giovane prigioniero appena atterrato. Il giovane, pallido e tremante, era a terra inerme. Lio gli porse una mano.
“Chi…chi sei?” chiese Zero, ansimando, senza accogliere l’invito ad alzarsi.
“Mi chiamo Lio, dei West Braxis” rispose “con chi ho l’onore di parlare?”
“Mi chiamano Zero da quando ero un ragazzino.”
“Ma tu sei ancora un ragazzino!”
L'arrivo di Zero. Lio era ormai sopraffatto da tutte le emozioni che quei ricordi gli causavano.
Il giovanissimo Zero si alzò in piedi.
Lio lo guardò e sorrise
“Benvenuto su Nidhogg.”
Le immagini cominciarono a vorticare sempre più velocemente.
Lio ammutolì mentre i sui ricordi sfrecciavano davanti a lui.
Hiver Hit che attaccava di nuovo...
Parcox che li umiliava...
Parcox morto...
Il funerale...
La guerra...
L'orrenda morte di Fil...
Zero catturato...
L'assalto...
La Grande Battaglia...
La vittoria...
La pace...
e poi...
Lio tentò di distogliere lo sguardo. Non voleva rivederlo. Non di nuovo.
Ma quel momento tornò.
Zero morì. Davanti ai suoi occhi. Per l'ennesima volta.
Zero morì. Davanti ai suoi occhi. Per l'ennesima volta.
"NO!" urlò Lio, in faccia al Templare Oscuro.
Era di nuovo al centro della città di oro e cristallo dei Protoss. E Teraskul lo fissava, coi sui occhi luminosi.
E uno sguardo commosso.
"Ora conosco la tua vita, Lio, King di West Braxis." disse "Sei un nobile guerriero. Da ora non sei più mio prigioniero, ma mio ospite."

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