lunedì 15 dicembre 2014

25. Decollo

"Lo sai pilotare questo bestione?" chiese Lio, varcando la soglia della sala comando.
"Più o meno" rispose la ragazza, osservando con attenzione i vari pannelli di pulsanti, leve e spie lampeggianti sparsi ovunque per la stanza.
"Sai che pilotare più o meno bene un incrociatore potrebbe renderci più o meno morti, sì?" chiese Derek, sarcastico.
"So quello che serve per far alzare questa carretta e direzionarla dove preferiamo, ma niente di più" proseguì Elysa, ignorandolo "Non saprei attivare le batterie laser, ne altre armi installate. Per fare quello servirebbe un equipaggio numeroso e specializzato..."
"Non importa" tagliò corto Lio "Puoi riportarmi a casa?"
Elysa armeggiò con un pannello sul quale scorrevano fiumi di numeri. Dopo qualche secondo, sul monitor apparve quella che pareva essere una mappa dei sistemi solari limitrofi.
"C'è ancora la rotta. Possiamo seguirla a ritroso." rispose Elysa, sospirando. "Sì. Ce ne torniamo a Nidhogg."
Neppure il tempo di sentirsi sollevato per la buona notizia, e subito un fragoroso tintinnio riecheggiò su tutte le pareti della stanza: colpi d'arma da fuoco. Erano sotto tiro.
I tre fuggitivi si buttarono a terra, riparati dai pannelli di comando a isola sparsi per la stanza. I colpi che avevano sentito poco prima presto si  trasformarono in una tempesta di proiettili.
"Dannazione!" urlò Elysa. Lungo il tragitto che li aveva condotti alla sala comandi, avevano perlustrato per quanto possibile la nave, trovandola deserta; tuttavia era impensabile rastrellare la nave da cima a fondo, e quindi chi li stava bersagliando doveva essere sfuggito alla loro cauta ricerca.
Lio si frugò le tasche: mentre passavano di stanza in stanza, Elysa cercava persone, mentre Lio cercava armi. Tutto ciò che aveva trovato erano due pistole ed un solo caricatore, ma in quella situazione era meglio di niente.
Divise i proiettili con rapidità e maestria, poi passò una pistola ad Elysa. Dopodiché, entrambi si misero in copertura, pronti a rispondere alla pioggia di fuoco che proseguiva ininterrotta.
"Quanti sono?" urlò Lio, per sovrastare il frastuono dei colpi che tintinnavano ovunque per la stanza.
"Solo uno credo" rispose Elysa "Ma sembrerebbe ben armato"
Per un attimo, Lio credette di essere di nuovo a casa. Su Nidhogg, trincerato dietro ad un muretto, bersagliato dal clan rivale di turno, e Fil, Zero, Charlie o Pac a coprirgli le spalle.
Gli fu difficile trattenere un sorriso, ripensando a quei momenti.
La pioggia di fuoco cessò per un istante; Lio fece capolino, e vedendo il grande e grosso soldato intento a ricaricare il suo fucile, non perse tempo e fece fuoco, centrando il nemico alla spalla. Il soldato lanciò un urlo, più di rabbia che di dolore, ed arretrò nel corridoio d'ingresso, riparandosi.
"L'hai preso!" si complimentò Derek, raggomitolato nel suo nascondiglio.
"Sì, ma questi soldati sono tosti. Non basterà." rispose Lio, spiando con cautela sopra la propria copertura: intravide l'avversario intento a fabbricarsi una fasciatura di fortuna, strappando un lembo della propria maglietta.
"Puoi chiudere le entrate della nave prima che quel bisonte chiami i suoi amici?" chiese Lio, riflettendo sulla situazione.
"Sì, è piuttosto semplice" rispose Elysa, facendo mente locale.
"Bene, cominciamo da lì. Io intanto ti copro."
Elysa eseguì quanto richiesto, e in pochi attimi l'interno della nave era isolato. L'unico problema rimasto era il Marine, da affrontare con poche armi e ancora meno colpi a disposizione.
Lio si concentrò: dovevano per forza sfruttare l'ambiente interno per trarre dei vantaggi e controbilanciare la potenza di fuoco del nemico.
Ma certo. Siamo su una nave spaziale, che si fa con le navi spaziali?
"Come funziona il decollo?" chiese alla ragazza.
"Cosa?"
"Come funziona. Qual è la procedura?"
"Ci si alza in volo stazionario e una volta raggiunta una certa quota si avviano i reattori al massimo per raggiungere lo spazio aperto...come con tutte le navi, perché?"
"Lascia perdere la prima fase" concluse Lio "quando te lo dico, fai partire i reattori e accelera al massimo. Poi punta in alto per andarcene dal pianeta."
"Ma abbiamo l'intero campo terrestre davanti all'astronave! Sfasceremo tutto!"
"E allora? Questa è una nave da guerra, cosa vuoi che siano una o due strutture di lamiera."
"Non sono di lamiera, sono di metallo antiproiettile! E magari un Incrociatore di ultima generazione potrebbe farcela, ma questa vecchia bagnarola ne uscirà a brandelli! Non ce la faremo mai!"
"Sì invece" rispose Lio, poggiandole una mano sulla spalla "Fai quello che ti dico, filerà tutto liscio."
Elysa scosse la testa. "Avevo ragione. Sei pazzo."
La scarica di proiettili riprese, e stavolta Lio si impegnò per rispondere degnamente. Ben presto, però, i colpi finirono.
"Elysa!" urlò Lio, gettando la pistola nel corridoio.
"Ci sono, ci sono!" rispose affannata lei, affrettandosi a sistemare tutti i preparativi per il decollo. "Quando vuoi possiamo partire!"
"Bene, aspetta il mio via poi tieniti forte! Tu Derek resta dove sei!"
"Non chiedo di meglio! Eheheh!" ridacchiò l'Alchimista rannicchiato nel suo nascondiglio.
Il Marine, resosi conto che dall'altra parte non avrebbero più sparato, ringhiò di rabbia. Imbufalito, scattò in avanti, correndo attraverso il corridoio.
Lio attese che si avvicinasse il più possibile.
"ORA! VAI!"
Elysa prese con entrambe le mani la leva di accelerazione e la portò tutta in avanti.
In pochi attimi, i reattori generarono una spinta tale da dilaniare i sostegni sui quali l'Incrociatore era posato. In pochi secondi l'accelerazione era sufficiente per slanciare l'astronave in avanti e farle abbattere tutto ciò che si trovava sul suo cammino, dagli edifici, ai Fiori Arborei, fino anche ai soldati e tecnici rimasti a terra.
Dentro la nave, Lio, Derek ed Elysa rimasero schiacciati contro i rispettivi ripari, tale era la spinta ricevuta.
Il Marine, non avendo ne ripari ne appigli, semplicemente volò via.
"Tiralo su! Tiralo su!" urlò Lio a Elysa.
La ragazza, con tutte le sue forze, si slanciò sul pannello di comando e tirò una leva: simultaneamente l'incrociatore si impennò, dirigendosi verso il cielo. In pochi attimi lasciarono l'atmosfera.
Elysa stabilizzò la corsa dell'incrociatore, in modo da potersi muovere liberamente.
Non appena fu in grado di alzarsi in piedi, Lio si precipitò addosso al marine; il soldato era sdraiato a terra, con la testa sanguinante a causa dell'impatto subito.
Lio si avventò su di lui, tempestandolo di pugni.
"Sei finito stronzo! Muori! Muori! Muori!"
Ad ogni colpo, alternava un urlo.
"Muori! Muori! Muo..."
Si interruppe: la nave stava vorticando attorno a lui, come se avesse perso il controllo.
Un attimo dopo, Lio perse i sensi.

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