lunedì 18 agosto 2014

#RandomMadness - Monsters out of the pocket



In occasione dell'imminente arrivo di Pokémon Rubino e Zaffiro, una piccola chicca lì ambientata.
Ringrazio la mia cara amica Krona per l'ispirazione (e per buona parte delle grafiche che vedete da queste parti)

L'aria fresca della notte sommergeva la foresta dormiente.
Il ronzare di qualche coleottero e il lontano verso di un Hoothoot erano l'unica interruzione al silenzio surreale che circondava l'isolata baracca di legno, persa nel centro della foresta sconfinata.
Dentro di essa, sotto la luce incerta di un neon fatiscente, un allenatore sorseggiava una bibita in lattina, seduto su una panca con le spalle rivolte al bancone.
"Posto del cazzo."
Il suo starter uscì dalla prima pokéball della sua cartucciera.
Acquattato sul pavimento, il pokémon occupava più di metà dell'area dell'ingresso.
“'pert”
“Che c'è, ti annoi anche tu?”
“Swampert, 'pert 'pert”
“Calmo. Ci metteremo poco.”
E infatti, una manciata di secondi più tardi, il proprietario dell'ostello uscì dalla porta dietro al bancone. Visibilmente scocciato dalla visita notturna, si stava malamente incalzando la canottiera bisunta nei pantaloni.
Era un uomo grassoccio e poco più alto del bancone stesso, con una spiccata calvizie. Si avventò sul registro dell'ostello senza nemmeno guardare l'ospite. Quantomeno, ebbe il buon gusto di non rimproverare il cliente per aver suonato il campanello, costringendolo a trascinarsi fuori dal letto.
“Oggi siamo completamente liberi, potrete avere la stanza che volete. Quanti posti ti servono?” chiese, sbrigativo.
“Sono solo con la mia squadra” gli rispose l'allenatore, senza voltarsi.
Solo allora il proprietario alzò leggermente gli occhi dal libro. Nel vedere lo Swampert annoiato che si guardava attorno, si accigliò.
“Ti spiacerebbe farlo rientrare? Preferiamo che i pokémon rimangano nelle loro sfere, specialmente quelli grossi come il tuo. Se rompe qualcosa o se sporca in giro, dovrai ripagarmi le spese!”
L'allenatore si limitò a girarsi.
Il proprietario lo guardò. E spalancò gli occhi.
“TU!”
“Già, io.” rispose l'allenatore, alzandosi. Swampert, di colpo, incollò gli occhi addosso al gestore della baracca.
“Non voglio guai nel mio locale! Vattene fuori di qui!” e subito svicolò il bancone intenzionato a spingere fuori il ragazzo.
Le sue aspettative si sgretolarono, quando se lo trovò davanti e vide che era più alto di lui.
“S-sei cresciuto vedo.”
“Tu invece, sei rimasto il solito viscido, piccolo verme.”
L'allenatore afferrò la canottiera e spinse indietro il goffo ometto, fino a metterlo con le spalle al muro.
“Quanto tempo è passato? 5 anni?”
“Non abbastanza!” sbraitò il proprietario, tentando di divincolarsi senza successo “Mi hai già rovinato la vita una volta, non voglio più vederti!”
“Ti ho solo consegnato alla giustizia. Qualcuno mi definirebbe un eroe, se non lo avessi fatto solo per il compenso.”
“Eri solo un ragazzino megalomane, e lo sei anche ora!” la voce del sudaticcio gestore era virata dalla rabbia all'agitazione “Io non c'entravo nulla coi Magma!”
“Assolutamente. Eri nei sotterranei di una base di terroristi solo per caso.”
Vi fu una breve pausa di silenzio.
“...mi avevano rapito!”
L'allenatore afferrò la testa dell'uomo e la sbatté con violenza contro il bordo del bancone. L'urto stordì il gestore, che per poco non svenne.
“Non prendermi per il culo. Tu collabori con le associazioni terroristiche, qualsiasi esse siano, purché ti paghino. Il che mi torna utile.”
L'uomo prese fiato con l'intenzione di reagire all'aggressione, ma ci ripensò quando vide lo Swampert in piedi dietro all'allenatore. Pokémon e mentore respiravano all'unisono, digrignando i denti, l'uno estensione del corpo e della rabbia dell'altro.
“C-Che cosa vuoi?”
“Voglio sapere dove sono andati gli ultimi visitatori di questa catapecchia. Hanno le mani sporche, e voglio guadagnarci qualcosa.”
“M-ma...tu come sai...”
Una nuova spinta, un impatto più potente del primo. Questa volta un rivolo di sangue uscì dalla tempia dell'uomo.
“Dove.”
“K-Kanto” balbettò l'uomo, intontito.
L'allenatore mollò la presa, e fece un passo indietro.
“Bravo, vedo che trattandoti con le buone sei sempre loquace.” si rivolse al pokémon “Esci, bello. Ti raggiungo subito.”
Lo Swampert obbedì immediatamente, si girò ed uscì tirando giù la porta.
“No! La mia locanda!” esclamò il gestore.
“Hai problemi più gravi ora.” L'allenatore sogghignò. “King.”
Un altro pokémon uscì dalla sua sfera, senza che l'allenatore la toccasse: un Kingler molto grosso, con gli occhi strabici verso l'esterno che gli conferivano un aspetto folle. Non emetteva versi, si limitava a schioccare le fauci con vigore.
“Il mio King.” l'allenatore si portò accanto a lui e gli posò una mano sulla testa. Il Kingler schioccò la mandibola 3 volte. “Dicono che i pokemon assumano tratti del carattere dei loro allenatori, e viceversa. Quando l'ho catturato era il Krabby più gioioso e giocherellone che si fosse mai visto. È preoccupante che ora sia diventato questo pazzo sanguinario figlio di puttana, tu che ne pensi? Dopotutto, tu hai già visto cosa sono capace di fare.”
Il proprietario non parlò.
“Dimmi, questa baracca è legalmente registrata come ostello?”
L'uomo negò con un cenno del capo, senza fiatare.
“Bene. Allora non mancherà a nessuno.”
L'uomo impallidì, atterrito.
“Hai 10 secondi.”
Con una velocità straordinaria per il suo peso, il gestore schizzò nella porta dietro al bancone diretto probabilmente verso un'uscita secondaria.
L'allenatore attese il tempo promesso, poi parlò “King, sai cosa fare.”
Con tutta calma, l'allenatore recuperò la lattina e mandò giù l'ultimo sorso, gettandosela poi alle spalle mentre schegge di legno gli volavano attorno.
Il Kingler vibrava colpi devastanti in ogni direzione con la sua chela gigantesca, disintegrando ogni cosa gli capitasse a tiro, arredamenti e muri. Le mazzate erano così potenti che le zampe del pokémon perdevano aderenza e scivolavano in direzione della chela distruttrice.
L'allenatore attese che la devastazione fosse compiuta. Quando la capanna fu ridotta a una massa di legni rotti, richiamò Kingler nella sua sfera.
Strappando un filo d'erba e mettendolo in bocca, l'allenatore rivolse il suo sguardo al cielo. Notò che grosse nubi erano arrivate rapidamente a coprire il limpido cielo stellato.
Guardò Swampert.
“Sei stato tu?”
“'pert”
Sorrise. “Usciamo di scena nella pioggia. Sei il solito melodrammatico.”
Mentre montava sulla schiena del suo starter, alcune gocce aprirono la strada a uno scroscio intenso.
“Raggiungiamo la costa” ordinò l'allenatore. Swampert si incamminò sulle 4 zampe nel sentiero che diventava ogni secondo più fangoso, fatto a lui evidentemente gradito. L'allenatore stava in equilibrio sulla sua schiena, un piede più avanti dell'altro. Mentre Swampert si gettava in un torrente, estrasse dalla tasca il suo PokéNav e compose un numero.
“Ciao tesoro. Grandi novità, parto per Kanto. E ho intenzione di tornare ricco.”

Vi piace? Magari un giorno proseguirà, chissà.
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