Come ogni dannatissimo giorno su Nidhogg, del resto.
L'uomo fissava il lento, quasi impercettibile scorrere delle nuvole verdastre, grattandosi il mento coperto dal suo inseparabile passamontagna nero.
“Ehi, Charlie, qui ho ripulito tutto” sentenziò una voce alle sue spalle.
“Ottimo. Come siamo andati oggi?” chiese, voltandosi.
“Pieno carico, ovviamente. Zero non sbaglia un colpo!” rispose il ragazzo, con aria molto ironica.
Erano passati quasi tre anni dallo scontro tra West Braxis e Hiver Hit, i due più grandi clan di Nidhogg. In quell'occasione, battezzata nei racconti che rimbalzavano di bocca in bocca come La Grande Battaglia, i WB uscirono vincitori, mentre il clan rivale andò completamente distrutto. Così come il corpo del suo fondatore, Zel, il Cobra.
Ora nuovi nomi arricchivano le storie di violenza e morte che componevano il mosaico di vite e di battaglie che era Nidhogg: al fianco di nomi leggendari come l'Alchimista, colui che ideò e sintetizzò la droga Hub, o come Frank, il nerboruto e taciturno proprietario dell'unico locale su tutto il pianeta, ora si udivano i nomi di Parcox, il primo King di WB, e Lio, l'attuale King, colui che distrusse Hiver Hit.
Zero e Charlie erano parte integrante di queste storie. Combattenti temibili, anche loro destinati a finire nella leggenda di West Braxis.
I due compagni si avviarono verso il quartier generale, con un consistente carico di Hubcum, la muffa necessaria per sintetizzare l'Hub, la potente droga utilizzata come moneta su quel pianeta; produrre più droga e di una buona qualità, voleva dire avere in mano la contorta e primitiva economia di quella società basata sulla violenza.
“Stasera ce ne andiamo a fare un giro a Little England?” domandò Zero, mentre camminavano tra i palazzi abbandonati avvolti nella nebbia.
Charlie inarcò un sopracciglio, poi disse “Sai, non troppo tempo fa una richiesta del genere da parte tua non me la sarei mai aspettata.”
Little England era il quartiere-bordello.
Zero rise “I tempi cambiano amico mio. Non troppo tempo fa rischiavamo di morire ogni volta che uscivamo dal nostro quartiere. Oggi, invece, chiunque ci veda preferisce nascondersi o scappare. La vita qui fa sempre schifo, ma è anche molto facile dopotutto.”
“Niente di più vero” annuì Charlie.
E infatti così erano passate le giornate fino ad allora: gli scontri capitavano solo a chi se li andava a cercare, la tranquillità regnava sovrana, ai limiti della noia. Tuttavia, confrontando la situazione attuale con quella vissuta fino a tre anni prima, in costante lotta per la sopravvivenza, nessun WB si sarebbe mai detto nostalgico.
Giornata di nebbia.
Come ogni dannatissimo giorno su Nidhogg, del resto. Quella nebbia verdastra e inquinante che avvolgeva tutto, causando l'irreversibile perdita di qualunque pelo sul corpo, non aveva mai smesso di esserci. Era lì quando i primi prigionieri furono deportati, era lì quando questi ultimi si organizzarono in bande, era lì quando arrivò Zero, era lì quando morì Parcox, ed era ancora lì in quel momento. Nebbia, che rendeva un giorno uguale all'altro, rendendo il calcolo dei mesi e degli anni pressoché inutile. Neppure le stagioni cambiavano mai, l'unica perenne stagione di Nidhogg era la stagione della Nebbia.
I due WB erano ormai giunti a destinazione. Una volta posato ad essiccare il carico nella stanza seminterrata, si congedarono come ogni giorno, e mentre Charlie si dirigeva nella sua stanza, Zero salì fino all'ultimo piano.
L'abitazione del King non era cambiata nel corso degli anni. Una stanza, quasi una piccola casetta, nella quale venivano prese tutte le decisioni riguardanti il clan.
Zero aprì senza bussare, come era abituato a fare. All'interno trovò Lio, King di West Braxis, comandante in capo del clan più potente di Nidhogg, che lanciava freccette contro un bersaglio sul muro.
“Il tuo impegno nel lavoro per il Clan mi sbalordisce ogni volta di più” affermò Zero, ironico.
Lio si voltò, visibilmente seccato per l'interruzione “Ehi, ma che pretendi da me? Non ho forse diritto anche io a svagarmi?”
“Oh, quello ce l'hai eccome” ribatté il ragazzo “e lo sfrutti in ogni momento della tua giornata a quanto sembra!”
I due si misero a ridere, e si batterono il pugno. Tra i due c'era una sintonia superiore a quella di chiunque altro nel clan; parlavano, si comportavano e ragionavano come veri fratelli.
“Racconta un po' come è andata oggi” disse Lio
“Bè vediamo” iniziò Zero, sdraiandosi di traverso su una delle due poltrone “muffa, muffa, muffa, pausa, poi muffa, muffa e infine muffa. Emozionante!”
“Eheh, bè, cosa vuoi di più dalla vita?” domandò Lio.
“Un po' di novità nel solito via vai quotidiano non sarebbe male...”
“Tipo?”
“Non saprei” si chiese il ragazzo “potrei pensare di mettere su famiglia...”
I due incrociarono per qualche secondo gli sguardi, poi esplosero in una fragorosa risata. Le uniche donne a risiedere su Nidhogg erano schiave, deportate sul pianeta da qualche politico in crisi di astinenza per ottenere la droga sopraffina prodotta tra gli edifici abbandonati del pianeta. Le sfortunate vivevano la loro vita come prostitute, fino a che non tentavano la fuga o venivano considerate non più utili al loro fine: in entrambi i casi, venivano uccise e buttate in un fosso senza troppi ripensamenti.
“Dai su, smettiamola di dire scemenze. Fammi vedere come tiri” riprese Zero
“Senti, giovane, se sei venuto qui per prendermi per il culo te ne puoi tranquillamente andare!” gli rispose il King.
Lo scambio di battute fu interrotto dalla radio, posta in un angolo della stanza, che si mise a suonare. Lio si affrettò a rispondere, non troppo ansioso di sentirsi dare nuovamente dello scansafatiche.
“Qui parla il King, ditemi tutto!” disse Lio, rispondendo alla chiamata.
“Qui parla stazione di guardia sull'ingresso est-centrale” gli rispose la radio “Qui...sta succedendo qualcosa...”
“Cosa c'è? Ci stanno osservando?” chiese il King, tranquillo “Dai, ne è passato di tempo dall'ultima volta, ma dovreste sapere bene cosa si fa in questi casi! Fategli vedere chi comanda!”
“No...non c'entra, non è in strada!” rispose la guardia, vagamente turbata “Si vedono delle grandi fiamme blu, oltre le nuvole. Sembrano dei reattori...non si tratta di normali moduli di trasporto dei prigionieri, o di una qualche nave ministeriale.
“Sono tanti...”
Lio guardò Zero, il quale si alzò, preoccupato.
Giornata di nebbia.
Come ogni dannatissimo giorno su Nidhogg, del resto.
O forse no.
La pubblicazione continuerà per tutto il mese, ogni lunedì a mezzanotte in punto
(ho già programmato le uscite, quindi anche se schiatto leggerete comunque, tranquilli)
Che ne dite? Vi piace? Avete letto il prequel? Commentate qui oppure contattatemi, i link si trovano cliccando sul + qua sotto.
Enjoy.

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