Lio corse al pian terreno, seguito dal suo inseparabile compagno Zero.
“Che succede là fuori?” chiese, caricando il suo Gauss C-14.
“Non lo sappiamo” gli rispose Pac, venendogli incontro. “Abbiamo avvistato circa 6 navi da sbarco, ma oltre il nostro raggio visivo potrebbero essercene altre. Sono tutte ferme in quota, sorvolando il centro della città.”
“Non è un buon segno. Ci stanno osservando” riprese il King “Stato di allerta massima, voglio tutti armati e pronti a reagire. Non sappiamo che diavolo stia accadendo, e non possiamo permetterci di stare tranquilli.”
Buona parte del clan lo attendeva nell'atrio, in attesa di istruzioni. Lio diede ordine di distribuire le forze uniformemente lungo tutto il perimetro del quartiere, e di segnalare qualsiasi attività direttamente a lui, tramite radio.
Il King uscì, seguito da buona parte dei presenti, mentre altri membri del clan si diressero all’armeria per equipaggiarsi.
“Hai qualche idea?” chiese Zero, mentre camminavano.
“Non so cosa pensare” gli rispose Lio “Posso solo sperare che ci mandino un messaggio, che ci chiariscano le loro intenzioni. Dobbiamo essere pronti ad ogni eventualità.”
Non appena concluse la frase, un ammasso di plasma fiammeggiante grande come un meteorite oltrepassò le nubi e schizzò sopra le loro teste, illuminando l’oscurità della sera.
Increduli, i membri del clan videro la palla di fuoco abbattersi a tutta velocità contro il Quartier Generale, il quale, in pochi secondi, crollò su se stesso. I membri rimasti al suo interno non avevano speranze.
Un solo secondo, e tutto era finito. La loro casa, il loro cimelio, la bandiera che tanto avevano difeso in anni e anni di sanguinari scontri, era andata. Persa per sempre.
I WB in compagnia di Lio, scampati all'esplosione, erano allibiti. Alcuni caddero in ginocchio, in preda allo shock.
Il fumo dell'incendio saliva alto e rigonfio verso le nuvole scure, portandosi via l'anima di West Braxis. Da quelle stesse nuvole, tuttavia, scendeva lentamente un'enorme struttura metallica; tagliando inesorabilmente la coltre verdastra, un Incrociatore si avvicinava al suolo.
Quando fu ad una decina di metri di altezza al di sopra dei palazzi, l'astronave si fermò, silenziosa. Solo il crepitio delle fiamme sui resti del Quartier Generale interrompevano quel surreale silenzio.
Di colpo, due fari ai lati della prua dell'Incrociatore si accesero, emanando un fascio di luce accecante sui WB superstiti. Un altoparlante tuonò: “Fermi dove siete! Il Dominio sta riprendendo possesso del pianeta. Ogni resistenza verrà stroncata con forza. Gettate le armi!”
Lio, stordito da tutto ciò che stava succedendo, si guardò attorno. I suoi compagni, allo stesso modo, stavano immobili con le mani tremanti, incapaci di reagire in qualsiasi modo.
Ingoiando tutto il dolore che gli si era concentrato addosso, Lio riempì i polmoni e urlò.
“VIA DA QUI!”
I presenti sobbalzarono, riprendendosi dallo stordimento.
“Via! VIA!!! Tra i palazzi, nascondetevi!” gridò di nuovo Lio, iniziando a correre. Tornando in sé, gli altri subito lo seguirono.
“Dividiamoci! Sparpagliatevi tra i vicoli, non fatevi seguire!”
Mentre i superstiti eseguivano l’ordine e si davano alla fuga, dalle nubi sbucarono altri mezzi volanti, più piccoli. Questi si andarono a posare al suolo, aprendo i portelloni e lasciando uscire i passeggeri: otto Marine nelle loro possenti armature scesero da ogni nave e si radunarono al di sotto dell’Incrociatore.
All'interno della cabina di pilotaggio, un uomo osservava tutti quegli avvenimenti. Ritto in piedi e avvolto nel suo impermeabile, annuiva compiaciuto tenendo le mani unite dietro la schiena.
“Signore” disse un suo sottoposto, avvicinandosi “abbiamo appena tracciato l’abitante che con ogni probabilità è a capo di questo posto, come da lei richiesto. È stato piuttosto semplice, dal momento che solo uno di loro ha urlato degli ordini...difficilmente sbaglieremo bersaglio. I dati satcom sono stati inviati con successo alle truppe sul campo, che potranno quindi vedere la locazione dell’obbiettivo direttamente sulla visiera della loro tuta. La distorsione è minima, nonostante la perturbazione. Probabilità di successo, 97,4%”
“Molto bene” gli rispose “inviate una navetta a nord, in modo da chiudere la via di fuga. Aprite il canale di contatto col caporale, voglio vedere lo svolgersi dell’operazione.”
“E un’ultima cosa...”
“Sì, signore?”
”Non chiamarli abitanti. Questa è solo feccia.”
“Corri Zero, corri!” urlava Lio, correndo a perdifiato tra i vicoli. Il ragazzo lo aveva seguito, mentre tutti gli altri, come da lui ordinato, si erano separati da loro.
Senza smettere di correre, Zero esclamò “Qui siamo nella merda!”
Delle esplosioni in lontananza. Con ogni probabilità, il destino di West Braxis stava coinvolgendo anche il resto dei clan di Nidhogg.
“Dobbiamo nasconderci” rispose Lio “una volta al sicuro dobbiamo organizzare una resistenza, non so, dobbiamo inventarci qualcosa per reagire”
“Col cazzo che aspetto! Quei figli di puttana hanno ucciso tutti!” ribatté Zero, in preda alla rabbia. “Io glie la faccio pagare! Glie la...”
“Non fare il coglione!” lo freddò subito Lio “Che vuoi fare? Sparare alla loro astronave finché non finisci i colpi? E dopo che farai?”
Zero ammutolì. Lio aveva già sperimentato sulla sua pelle cosa volesse dire perdere la lucidità e commettere un terribile errore, quando Fil morì; non aveva alcuna intenzione di ripetersi. Avrebbe affrontato questa crisi da vero leader. Da vero King.
“Giriamo da quella parte, faremo prima. Ci sei?”
Zero non rispose.
“CI SEI?” ribadì Lio, con tono deciso.
“Sì, sì, ci sono” rispose Zero, seccato.
“Stai con me, cazzo. Ho bisogno del tuo aiuto, restiamo concentrati!”
Zero lo guardò, e annuì, con espressione determinata. Quindi i due svoltarono l'angolo, sempre di corsa.
Furono abbagliati per qualche istante da una luce bianca, che li costrinse a fermarsi; Lio si portò una mano davanti agli occhi, imprecando e cercando di filtrare tra le dita quel bagliore accecante.
Davanti a lui si trovava una navetta da sbarco che ostruiva il passaggio e puntava i fari anteriori su di loro: di fronte ad essa, sei Marine armati di tutto punto e chiusi nelle loro tute, puntavano le armi su di loro.
“Oh...merda...” bisbigliò il King.
“I topi sono in trappola” disse il primo della fila dei Marine “Quali sono gli ordini?”
Un altoparlante dalla navetta gracchiò un suono disturbato, poi una voce si distinse.
“Prendete quello più alto vivo, è lui l'obbiettivo. Uccidete l'altro.”
Lio trasalì. Non ebbe il tempo di fare altro.
Una pioggia di proiettili si abbatté su Zero, implacabile. Travolto dai colpi, il ragazzo fu sbilanciato all'indietro mentre le urla gli si incastravano in gola.
La salva di colpi si arrestò, e il corpo di Zero cadde a terra. Morto.
Lio non era più in sé. Non era più lui quello immobile davanti alla truppa di Marine, non era più lui il King, non era più lui ad osservare esterrefatto il cadavere di suo fratello riverso a terra.
In quel momento, Zero era morto. E Lio era morto con lui.
Il caporale della truppa fece un cenno, quindi uno dei Marine si avvicinò al WB superstite. Lio, totalmente incurante di quanto accadesse attorno a lui, fissava immobile come una statua di sale il petto crivellato del suo più fedele compagno.
Un forte colpo alla nuca col calcio del fucile. Poi fu solo buio.
“Molto bene” gli rispose “inviate una navetta a nord, in modo da chiudere la via di fuga. Aprite il canale di contatto col caporale, voglio vedere lo svolgersi dell’operazione.”
“E un’ultima cosa...”
“Sì, signore?”
”Non chiamarli abitanti. Questa è solo feccia.”
“Corri Zero, corri!” urlava Lio, correndo a perdifiato tra i vicoli. Il ragazzo lo aveva seguito, mentre tutti gli altri, come da lui ordinato, si erano separati da loro.
Senza smettere di correre, Zero esclamò “Qui siamo nella merda!”
Delle esplosioni in lontananza. Con ogni probabilità, il destino di West Braxis stava coinvolgendo anche il resto dei clan di Nidhogg.
“Dobbiamo nasconderci” rispose Lio “una volta al sicuro dobbiamo organizzare una resistenza, non so, dobbiamo inventarci qualcosa per reagire”
“Col cazzo che aspetto! Quei figli di puttana hanno ucciso tutti!” ribatté Zero, in preda alla rabbia. “Io glie la faccio pagare! Glie la...”
“Non fare il coglione!” lo freddò subito Lio “Che vuoi fare? Sparare alla loro astronave finché non finisci i colpi? E dopo che farai?”
Zero ammutolì. Lio aveva già sperimentato sulla sua pelle cosa volesse dire perdere la lucidità e commettere un terribile errore, quando Fil morì; non aveva alcuna intenzione di ripetersi. Avrebbe affrontato questa crisi da vero leader. Da vero King.
“Giriamo da quella parte, faremo prima. Ci sei?”
Zero non rispose.
“CI SEI?” ribadì Lio, con tono deciso.
“Sì, sì, ci sono” rispose Zero, seccato.
“Stai con me, cazzo. Ho bisogno del tuo aiuto, restiamo concentrati!”
Zero lo guardò, e annuì, con espressione determinata. Quindi i due svoltarono l'angolo, sempre di corsa.
Furono abbagliati per qualche istante da una luce bianca, che li costrinse a fermarsi; Lio si portò una mano davanti agli occhi, imprecando e cercando di filtrare tra le dita quel bagliore accecante.
Davanti a lui si trovava una navetta da sbarco che ostruiva il passaggio e puntava i fari anteriori su di loro: di fronte ad essa, sei Marine armati di tutto punto e chiusi nelle loro tute, puntavano le armi su di loro.
“Oh...merda...” bisbigliò il King.
“I topi sono in trappola” disse il primo della fila dei Marine “Quali sono gli ordini?”
Un altoparlante dalla navetta gracchiò un suono disturbato, poi una voce si distinse.
“Prendete quello più alto vivo, è lui l'obbiettivo. Uccidete l'altro.”
Lio trasalì. Non ebbe il tempo di fare altro.
Una pioggia di proiettili si abbatté su Zero, implacabile. Travolto dai colpi, il ragazzo fu sbilanciato all'indietro mentre le urla gli si incastravano in gola.
La salva di colpi si arrestò, e il corpo di Zero cadde a terra. Morto.
Lio non era più in sé. Non era più lui quello immobile davanti alla truppa di Marine, non era più lui il King, non era più lui ad osservare esterrefatto il cadavere di suo fratello riverso a terra.
In quel momento, Zero era morto. E Lio era morto con lui.
Il caporale della truppa fece un cenno, quindi uno dei Marine si avvicinò al WB superstite. Lio, totalmente incurante di quanto accadesse attorno a lui, fissava immobile come una statua di sale il petto crivellato del suo più fedele compagno.
Un forte colpo alla nuca col calcio del fucile. Poi fu solo buio.
#WelcomeToNidhogg

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